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13.11.2023,

Bruno Horn - ricordi tratti dal Libro dei Sottufficiali, 2016

Entrare nelle memorie, estrarre episodi e ricordi insieme connessi con il filo del tempo a formare una catena, rievocare pensieri, successi e catastrofi.

Questo mi è stato chiesto con il semplice titolo di “Presentazione dell’esperienza come Sottufficiale”. Quale esperienza?

 

Selezione

La nostra selezione quali sottufficiali è avvenuta per contatto diretto, nessuna selezione mirata, ponderata o tramite prove tecnico-fisiche.

Un giorno la compagnia fu mandata in montagna per una settimana di tiro. Un gruppo di cannonieri venne trattenuto agli accantonamenti per una non meglio definita “settimana di istruzione per candidati all’avanzamento”.

Devo ammettere che nessuno del nostro gruppo sembrava entusiasta del temine “candidati all’avanzamento”.

Fatto sta che passammo una settimana in compagnia del nostro ufficiale istruttore, Capitano Waldemar Eymann, imparando la condotta di tiro come osservatori lanciamine, la cartografia e altre amene attività che non sembravano avere a che fare con la gestione di persone o la condotta della truppa.

Infine ci comunicarono chi era candidato all’avanzamento e chi no.

Non so dire se fossi contento o meno, in un momento interlocutorio della mia vita, con un curriculum di studio interrotto per forza maggiore, la prospettiva di 5 mesi in grigioverde non era proprio quello cui aspiravo.

La tecnica dell’arma, le lezioni della settimana e altri concetti mi attiravano, essere responsabile dell’ordine e del comportamento di un gruppo di esagitati ventenni decisamente meno.

 

SSU

Arrivò il momento di presentarsi alla Scuola Sottufficiali, Airolo Estate 1980, durante una giornata gloriosa di bel tempo una fine brezza rinfrescava il sole lasciato libero di splendere all’aria chiara tipica delle nostre montagne.

Avendo lavorato come bagnino per alcune settimane, la mia preparazione alle marce non era proprio cristallina; fossero state prove natatorie avrei potuto esprimermi al meglio, ma questa alternativa non era offerta nel piano di istruzione.

Eravamo accantonati nelle vecchie baracche di Bedrina, una struttura oramai dimenticata e rimpiazzata da una moderna costruzione. Dopo aver fatto conoscenza innanzitutto con la massa di materiale che un sottufficiale deve avere, abbiamo scoperto la lingua mista che diviene di uso comune nell’istruzione, con la Kartentasche che non sembra avere un termine corrispondente in uso comune in altre lingue, pertanto Kartentasche per tutti.

La difesa dell’italiano come lingua crolla per l’arrivo di termini che ci accompagnano durante tutto il periodo di servizio, Corsi di Ripetizione inclusi, termini tra cui il citato Kartentasche, il famigerato Kartenwinkelmesser, che ora so essere un rapportatore, la Gefechtsmappe e altri ancora che sembrano godere di immortale continuità nel linguaggio militare delle attuali generazioni.

Eccetto che per le continue e non proprio entusiasmanti marce, le nostre giornate erano scandite da ore di teoria e tecnica dell’arma, tenendoci molto occupati con la nostra specialità tecnica, il lanciamine da 12 cm.

 

La Data d’Ordine

Durante questo periodo cominciai a capire lo strano linguaggio dei nostri caporali a Scuola Reclute che iniziavano le loro esposizioni con “Oriento”.
Oriento cosa?!?

Se mi avessero spiegato il significato di quel termine non mi sarei trovato in imbarazzo nel cercare di capire la connessione tra “Oriento” e “Allgemeine Lage”.

Era il secondo giorno di SSU quando entrammo in sala teoria all’interno di Forte Airolo ed il nostro ufficiale istruttore, Magg Michel Cerinotti, nel ricevere l’annuncio dal nostro suff istruttore, Aiut suff Carlo Spinelli, ebbe un momento tra l’ilarità e la sorpresa nel vedere i ranghi reagire in maniera assolutamente sconnessa all’ordine di Attenti.

Nel 1980 non sapevamo che era stato reintrodotto l’attenti con i piedi riuniti, contrapposto a quanto appreso l’anno prima non essendo altro che un irrigidimento della schiena dalla posizione di riposo, ai tempi con le mani riunite davanti.

Si chiese a un nostro camerata di dimostrare la novità, cosicché l’aiutante Spinelli esordì con il famigerato “Oriento”.

Ma se sappiamo dove siamo?!?

Il seguito della presentazione fu come il sole dopo un temporale, diradando le domande su questo termine, facendomi capire che difficilmente lo avrei usato senza sorridere interiormente.

Mi abituai a strutturare il pensiero delle istruzioni nei semplici, logici e affascinanti mattoncini che formano la data d’ordine, ma l’Oriento per me è sempre origine di un risolino interiore.

Ottenuto il riconoscimento come “miglior puntatore della SSU” mi ritrovai ad istruire alle manipolazioni un ufficiale istruttore che non conosceva l’arma.

In questa occasione conobbi l’Iten Marc Antoine Tschudi e per la prima volta impartii ordini che non fossero esercizi teorici; un’esperienza interessante.

La formazione impartita nelle SSU negli anni 70 e 80 del secolo scorso era molto diretta ma l’isolamento dalla realtà della truppa ci faceva dubitare della nostra capacità di condurre e gestire giovani della nostra età.

 

Promozione a Caporale

Infarciti di teorie e prove sul piazzale d’atterraggio per gli elicotteri ad Airolo, dopo qualche giornata di tiro che fece venire i capelli bianchi ai nostri istruttori ed alcune marce che ci fecero conoscere la Leventina in tutte le sue espressioni altimetriche, infine indossammo le nuove uniformi recanti i gradi di caporale sul braccio, per la cerimonia di promozione al Passo della Novena.

Giornata di Giugno, coperta ma calda; allineati su un campo di neve, arrivano la nebbia e il vento, sentiamo poche frasi del discorso pronunciato dal comandante di scuola e non vediamo che a un metro da noi.

Improvvisamente dalla nebbia appare il comandante, Tenente Colonnello Andreas Zumthurm. Mi annuncio, saluta dicendo “Caporale Horn” e se ne va nella nebbia accompagnato dagli annunci e risposte degli altri.

 

Pagamento del Grado

Dopo un fine settimana a casa rieccoci in servizio. Oggi arrivano le reclute e il nostro comandante di compagnia, il già citato Iten Tschudi, ci ha istruiti al meglio su come affrontare questa situazione.

Le direttive sono di gestire la prima giornata in modo tranquillo. È un momento abbastanza stressante per i giovani che entrano in servizio ma credo che pure noi fossimo molto tesi; dubitavamo di essere capaci di gestire questi arrivi.

Per mia fortuna avevo assunto una funzione che mantenni per tutta la SR, quella di sottufficiale auto.

Questa posizione mi permetteva di gestire il gruppo di autisti - una sezione lanciamine 12cm disponeva di 8 veicoli – da un punto di vista prettamente tecnico.

Avevo inoltre una seconda funzione quale osservatore di tiro.

Grazie a una buona conduzione da parte del comandante di compagnia ovviammo alla carente capacità sia tecnica che di condotta del nostro caposezione.

Di conseguenza i caporali della nostra sezione si assunsero responsabilità che non erano pianificate al nostro livello. Praticamente fummo buttati in piscina con qualche nozione di nuoto e dovemmo imparare velocemente a nuotare.

Alcune personalità si evidenziarono più di altre e fecero sì che alcuni caporali, avendo preso l’abitudine di ordinare qualunque idiozia agli uomini, “si dessero una regolata”.

Anche per questo motivo non mi annunciai per l’avanzamento a ufficiale. Avevamo capito che la nostra arma, molto tecnica, prevedeva per l’ufficiale caposezione una funzione di poco rilievo, praticamente indicava l’obbiettivo e la sezione funzionava grazie ai sottufficiali.

 

CR

Nel settembre 1981 ero alla stazione di Mendrisio per l’entrata in servizio al mio primo CR, due settimane prima arrivò a casa una grossa documentazione con una nota del comandate di compagnia, Capitano Franco Valli, che comunicava la mia funzione di capogruppo comando. Significava che il mio CQ (Corso Quadri) sarebbe iniziato un giorno prima degli altri.

Non posso che ringraziare il fato per questo, visto che mi trovai anche qui ingaggiato in una funzione puramente tecnica e non coinvolto nella condotta diretta della truppa.

Devo ammettere che ero piuttosto nervoso al primo contatto con i soldati… e la prima sera, commisi il grande errore di impartire un ordine “sbraitando”.  Quando chiusi la bocca mi sentii un perfetto idiota e mi ripromisi di non ripetere più lo stesso errore.

In pratica il timore indotto durate mesi di scuole reclute del grande mostro, “la truppa dei vecchi” mi aveva irrigidito, per fortuna il grande mostro non era quello che ci avevano propinato alcuni soldati e coloro che cercavano l’avanzamento per schivare la posizione di sottufficiale nei corsi di ripetizione.

Essere sottufficiale significa anche prendere decisioni; questo lo si vive spesso nei corsi di ripetizione, dove la mancanza di ufficiali fa sì che sottufficiale debba condurre sezioni o decidere contro il parere dell’ufficiale presente.

Può succedere che il sottufficiale sicurezza debba interrompere un tiro per ragioni tecniche e, quando questo accade durante un’ispezione, il caposezione può prendersela a male. Tutto vissuto nei primi corsi…

Forse per questo il mio nuovo comandante, Capitano Franco de Bortoli, un giorno mi chiese se ero interessato all’avanzamento a Sergente. Gli chiesi perché, mi rispose: non fare domande stupide.

Così, senza cerimoniale e fronzoli, mi trovai la famosa croce sopra il cappino.

 

Sergente e caposezione

Fu una sorpresa che dopo un anno quale sergente addetto alla munizione, mi venisse attribuita la funzione di caposezione della nuova sezione osservatori.

Prima i lanciamine 12cm avevano tre osservatori per sezione di fuoco; ora venivano raggruppati in una sezione specifica; pertanto mi ritrovai con una sezione di 23 persone tra osservatori e autisti-aiuto osservatore.

Il mio battesimo di fuoco ebbe luogo durante una serie di esercitazioni con i tre battaglioni fucilieri del reggimento fant mont 30, impegnati a turno a Isone.

Al rapporto di pianificazione aspettavamo una persona assente. Il comandante di reggimento, Colonnello Francesco Vicari, sbottò: “dov’è il mio direttore di fuoco?”. Qualcuno chiese chi era il direttore di fuoco.

Lui disse: “l’osservatore lanciamine pesanti”.

Mi annunciai e mi squadrò chiedendomi: “ma il De Bortoli non le ha detto niente?”.

Promisi di fare un bel lavoro e quella sera ristudiai ben bene la pianificazione estesa di fuoco.

Cosa strana che mi metteva a disagio era ricevere l’annuncio per l’inizio dell’esercizio dai comandanti di compagnia dei fucilieri pesanti.

Alla fine della settimana anche gli artiglieri vallesani sembravano avere accettato che un sergente desse indicazioni e istruzioni ai loro osservatori che erano tutti ufficiali, completato il tutto da una ramanzina da parte del loro comandante.

Si verificò in quel periodo una esperienza interessante che portai con profitto nel mondo del lavoro, eravamo stati convocati a un corso centralizzato per i direttori di fuoco dei vari reggimenti.

Quale unico sottufficiale tra i presenti ero un poco una mosca bianca.

Per gli ufficiali di una compagnia lm pes in ordine di importanza vi sono innanzitutto i capisezione delle sezioni di fuoco, in secondo piano gli osservatori e ufficiali di compagnia.

Quindi i giovani ufficiali che frequentavano questo corso si sentivano sminuiti nella loro funzione, ambendo piuttosto a divenire capisezione di una sezione con i tubi.

Oltre al fatto che avevo molta più esperienza nel condurre un fuoco di tutti loro insieme, dovetti spiegare che erano loro a comandare il fuoco e che il loro lavoro era molto più interessante dello stare seduti sotto a un albero mentre la sezione che faceva tutto da sola.

Rimasero inoltre molto sorpresi nello scoprire che nella mia sezione vi fossero due ufficiali quali subordinati, sembrava ciò fosse in Svizzera Interna un anatema.

Feci loro capire che grazie alla visione di insieme avevano un maggiore controllo sui vari elementi per comprendere il movimento di un battaglione o di un reggimento, cosa che era decisamente più complessa per il caposezione ai pezzi.

Questa visione delle cose li preparava ulteriormente in vista dell’avanzamento cui tutti sembravano ambire.

Perché dico che questa interpretazione mi ha aiutato nel mondo del lavoro?

In un gruppo industriale internazionale nel quale ero impiegato come direttore per la vendita di acciaio nei mercati del Nord America mi vennero proposti diversi candidati, tutti laureati al primo impiego, che rifiutai preferendo dei tecnici di produzione.

Il ragionamento fu simile a quanto vissuto al corso di tiro, un laureato al primo impiego pensa solo a fare carriera per poter svolgere incarichi “più importanti”, mentre i tecnici conoscono il materiale in modo più approfondito e intrattengono un rapporto più duraturo con la clientela.

Fine della digressione.

Durante due corsi preparai il mio successore, un altro sottufficiale

Era un periodo strano caratterizzato da cambiamenti tecnici nella condotta del fuoco e penso di aver perso un poco il contatto con le particolarità tecniche della funzione.

 

Ufficiale Sport

Ultimo corso. Dal momento che non sapevano quale compito affidare a un vecchio sergente di 36 anni, mi assegnarono la funzione di ufficiale sport. Bisognava pur riciclare i vecchietti della Landwehr, specialmente se incorporati ancora in una compagnia di Attiva.

Per preparare una 12 km di marcia prevista nel programma, percorsi quasi 60 km cercando un tragitto adeguato nei boschi della Riviera.

Nel silenzio dei boschi, solo con il mio taccuino e la cartina, vissi una conclusione quasi Zen della mia carriera quale sottufficiale dell’Esercito Svizzero.

 

Considerazioni finali

Oggi, diversi anni dopo il mio proscioglimento, attribuisco ancora grande importanza a questa esperienza. Mi ha permesso di sviluppare un modus operandi e delle doti organizzative che posso mettere in pratica quotidianamente.

Lavorando con ditte estere, a contatto con culture che una volta ci sarebbero sembrate estranee, pure i miei interlocutori apprezzano la metodica e l’approccio sistematico che l’esperienza come sottufficiale mi ha trasmesso.

In conclusione, posso affermare di essere rimasto un sergentaccio.

 

 

06.10.2023,

Il GP11 non aumenterà di prezzo nel 2024

La confederaizone continuerà anche nel 2024 a sovvenzionare la cartuccia GP11 come avviene finora, così come richiesto dal Consiglio agli Stati. Il DDPS ha dunque congelato le modifiche previste all’ordinanza sul tiro

Il Consiglio di Stato frena la riduzione dei sussidi per le munizioni GP11. La Confederazione deve continuare a sovvenzionarle come prima. A metà settembre 2023, il Consiglio agli Stati ha approvato una mozione in tal senso di Werner Salzmann, membro del Consiglio agli Stati bernese. 
Secondo Salzmann, le società di tiro rischierebbero di perdere soci se i tiratori dovessero pagare 30 centesimi in più per colpo dopo la riduzione della sovvenzione. Il raddoppio del prezzo da 30 a 60 centesimi non è nell'interesse dell'esercito e del Paese. Indebolirebbe la volontà di difesa.
La mozione Salzmann passerà ora al Consiglio nazionale. Non è ancora chiaro quando la questione sarà discussa in Consiglio Nazionale.

Prezzi della munizione restano invariati nel 2024 
Sulla base della decisione del Consiglio agli Stati a fine settembre 2023 il DDPS ha deciso di sospendere la revisione dell'Ordinanza sul tiro, che sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° gennaio 2024. Di conseguenza, i contributi alle società di tiro per gli esercizi federali e i prezzi delle munizioni rimangono invariati per l'anno 2024.

 

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01.10.2023,

L’essenziale sui rifugi in breve

Dallo scoppio del conflitto in Ucraina, la popolazione manifesta un crescente interesse per i rifugi. Per andare incontro a questa esigenza, l’UFPP ha pubblicato un breve opuscolo destinato alla popolazione e in particolare ai proprietari di rifugi. L’opuscolo informa sui seguenti temi: scopo, funzione protettiva, struttura, equipaggiamento, manutenzione e utilizzo in tempo di pace dei rifugi; preparazione, arredamento e attribuzione dei posti protetti in caso di aumento della minaccia.

 

La nuova pubblicazione dell’UFPP «Il rifugio» fornisce una panoramica su questo elemento importante del dispositivo di sicurezza svizzero. La versione elettronica dell’opuscolo può essere sfogliata come un fascicolo stampato e contiene diverse animazioni:

La preparazione dei rifugi, ossia lo sgombero e l’arredamento, avviene solo su ordine delle autorità. Tenuto conto della situazione attuale in Ucraina, non è necessario preparare i rifugi a una permanenza. I Cantoni sono responsabili dell’elaborazione e dell’aggiornamento dei piani d’attribuzione. Tuttavia, l’attribuzione della popolazione ai rifugi viene resa nota pubblicamente solo nel caso in cui la situazione sul piano della politica di sicurezza lo richieda.

Le autorità seguono e valutano costantemente l’evoluzione della situazione sul fronte della politica di sicurezza. Se dovesse delinearsi un conflitto in un Paese limitrofo o in Svizzera, le autorità locali procederebbero all’attribuzione preventiva dei posti protetti alla popolazione. I rifugi devono poter essere preparati all’occupazione in cinque giorni.

La protezione civile può supportare la popolazione nelle fasi di occupazione e di permanenza nei rifugi. La popolazione e in particolare i proprietari dei rifugi hanno però una certa autoresponsabilità e corresponsabilità. Vale il principio dell’aiuto all’autoaiuto, promosso anche da questo nuovo opuscolo.


Rifugi per la popolazione

 

 

29.09.2023,

 

 

 

08.08.2023,  

Bruno Horn - De 4 Daagse Nijmegen 2023

La Trasferta

Grazie a un preposizionamento nel canton Basilea Campagna, il viaggio di avvicinamento al punto di prelievo di Basilea è stato decisamente meno impegnativo che partire all’alba da casa per arrivare alla stazione di Basilea entro le 10:15.
Partenza con il torpedone alle 10:30 dalla stazione Flixbus nel retro della stazione FFS di Basilea.
Viaggio tranquillo attraverso Francia e Germania, un poco di traffico, con entrata in Olanda a Venlo verso le 18:30.
Arrivati al campo, Heumensoord, presa degli accantonamenti.
Prima sorpesa, l’organizzazione olandese non fornisce più il lenzuolo per coprire il materasso di plastica; opto per metter il sacco a pelo direttamente sul materasso.
Di seguito cambiarsi in tenuta A e trasferta in città per la cena, la temperatura consiglia la giacca, poi pagheremo questa scelta con copiose sudate.
In città non soffia la brezza fresca del campo!
Cena e poi rientro al campo; i giovanotti del gruppo hanno preso per le strade di Nijmegen per fare baldoria, il vostro cronista si è ritirato a letto alle 01:30, l’ultimo dei giovanotti è rientrato alle 05:15.
Domenica giornata tranquilla con alcuni eventi, ma decisamente molto rilassante, breve visita in città per alcuni acquisti, rientrato, birra idratante alla tenda svizzera, poi cena, la mensa serve dalle 17:00 alle 18:30.
Adesso in tenda a scrivere questo rapportino; tra poco nanna, domani giornata piena e inizio piuttosto presto, alle 06:30.

Qui potete vedere la Cerimonia d'apertura

 

Lunedì, 17 Luglio

Il campo svizzero si sveglia per la prova “allarme incendio” e susseguente appello generale.

Dopo l’appello e colazione si hanno le consegne di divise, velocipede e materiale sanitario per il ciclista di ogni gruppo.

Ci dovrebbe essere una istruzione sanitaria ma questa si risolve in uno scambio di consigli tra ciclisti su come preparare piedi e scarpe dei marciatori.

Il primo rapporto di gruppo ci informa che con il nostro gruppo marceranno tre elementi del Gruppo Block, un gruppo di studenti universitari collegati ad attività militari, con i quali avevamo già condiviso la strada l’anno scorso.
Quest’anno il gruppo è stato scisso in due distribuendo elementi a gruppi che avevano pochi marciatori per qualificare come gruppo, tre con noi, gli altri tre e il loro ciclista con Marschgruppe Schwyz. 

 

Martedì, 18 Luglio, Daag van Bemmel

Ogni giornata della 4daagse è definita come la giornata di…, oggi tocca a Bemmel, cittadina conosciuta per gli allevamenti di ponies da lavoro.
Bemmel ha un particolare collegamento con la Svizzera dato che dopo la seconda guerra mondiale, tutti i bambini di Bemmel sono stati accolti in Svizzera per un periodo che permettesse la ricostruzione di infrastrutture nella loro città, per questo si festeggia la settimana svizzera a Bemmel proprio in concomitanza con la 4daagse.

Partenza alle 04:30, subito dopo gli individuali e gli olandesi, il che fattivamente vuol dire 05:10.

Il percorso porta a nord del Waal, nome olandese del Reno, e adesso è stato invertito per evitare il ritorno sulla diga insommergibile del fiume, ora percorso al mattino con temperature più accettabili.
Con la regola che il ciclista non può essere sul percorso della marcia, siamo obbligati a deviazioni e giri intorno al percorso che ci fanno aumentare il chilometraggio e che causano anche un poco di ansia avendo sempre il dubbio di non fare in tempo per intercettare il gruppo per la distribuzione di vettovaglie o bevande.
Alla fine il mio contatore di percorso somma a 86 km quanto coperto in bicicletta.
Questa è la giornata con il percorso più lungo con i marciatori che coprono 45 km.
Il tempo si è mantenuto buono con alcuni sprazzi di sole che non hanno disturbato troppo.

Al rientro, dopo aver girato un poco a vuoto in città, i miei assistiti non presentano situazioni troppo pesanti, la bassa temperatura, e l’andatura piuttosto contenuta, questo dovuto al divieto alle squadre svizzere di accedere al campo prima delle 13:00, sembrano avere limitato potenziali danni. 

 

Mercoledì 19 Luglio, Dag van Wijchen

Se il primo è stato un buon giorno per marciare, questo lo è ancora meglio, la meteo ci sta veramente favorendo.

Partenza alle 04:30 come prima delegazione dopo gli individuali, temperatura intorno ai 16° alla partenza, che non andrà molto oltre i 23° durante la giornata.

La giornata di Wijchen è la più corta in chilometri, appena 36 km di percorrenza, molti immersi nella folla di civili su strade agricole molto strette, fino al ponte sull’autostrada posso seguire il gruppo sulla ciclabile ma dopo questo ponte devo andare a cercare vie alternative per campi e sentieri.
Qui mi immetto in una pista definita “sentiero” dalle carte olandesi, mica dicono che è una pista per galoppo di cavalli, tutta in sabbia profonda e fine, la bicicletta affonda di almeno 10 cm e bisogna spingere.
Fortunatamente trovo delle altre stradine e arrivo a Wijchen in tempo per assistere il gruppo al oro arrivo alla postazione ufficiale della delegazione.
Il rientro verso Nijmegen è tutto un terno al lotto, i passaggi marcati come accessibili sotto l’autostrada non sempre sono quello che si pensa e per andare sul sicuro faccio una lunga deviazione dove manco il gruppo per pochi secondi, fortunatamente un altro ciclista mi informa che i miei sono passati meno di un minuto prima del mio arrivo.

Il rientro, pure qui con limitazioni orarie, avviene con una pausa in una birreria collegata a un museo locale.

Insieme ai miei si sono accodati la GSP, Guardia Svizzera Papale, che vede un gruppo formato da marciatori tutti alla prima esperienza, molto coraggiosa come scelta.
Al rientro, nella Driehuzerweg, il gruppo decide di intrattenere gli ospiti di una casa di riposo con una coro di “Gilberte de Courgenai”, tutte le 5 strofe vengono cantate e gli ospiti sembrano apprezzare questo miscuglio linguistico.
Interessante è che le auto che passano in strada osservano pure loro un momento di silenzio.

Rientro al campo con incontro con il Comandante di Corpo Hans Peter Walser che è stato presente tutta la settimana con un entusiasmo e presenza amica sorprendente.

Fatti i convenevoli, tutti alla tenda della birra per una entrata coreografica, ogni gruppo ne fa una ma il clou sarà domani.

La tratta piuttosto corta non ha provocato danni ai piedi ma uno dei nostri presenta una fastidiosa infiammazione alla muscolatura degli stinchi, lui la imputa a una risuolatura non proprio ideale. 

 

Giovedì 20 Luglio, Daag van Groesbeek

Pure qui partenza come primissima delegazione alle 04:30, la diana alle 02;45 sembra essere uno standard adesso, e l’andatura diviene subito piuttosto vivace dato che alle 10:30 bisogna essere al cimitero canadese di Groesbeek ai 30 km del percorso.
La massa di civili non permette grandi andature e quindi i gruppi militari avanzano un poco a strappi non appena le strade campagnole si allargano.

Fortunatamente il percorso viaggia un poco parallelo alla principale e posso accedere al percorso per rifornimenti, giornata fresca e ventilata.
Abbiamo avuto l’ordine di portare le giacche impermeabili per evitare che un vento freddo al cimitero militare di Groesbeek possa causare infreddature durante la cerimonia che vede la delegazione deporre una corona al monumento ai caduti.

Arriviamo al primo punto di ristoro, verso i 16 km, con un buon tempo e la ripartenza promette che non dovremmo dover correre per raggiungere il luogo della cerimonia.

Qui si hanno le uniche vere sollecitazioni altimetriche, con la strada che ascende da Milsbeek a Breedeweg che pone un improvviso cambio di pendenza e sforzo, si susseguono due altri strappi per raggiungere il cimitero militare.
Qui abbiamo la scorta dei tamburini della Civica di Coira che accompagnano al passo i gruppi in arrivo.
La cerimonia al cimitero è sempre commovente, semplice e che ha il suo apice quando a ogni elemento della delegazione viene consegnata una rosa da porre su una delle 2600 tombe presenti in questo luogo di riposo.
Un momento di meditazione poi si torna al percorso con la consapevolezza che noi possiamo goderci la nostra libertà e i diritti anche grazie al sacrificio di questi giovani, alcuni giovanissimi, soldati, aviatori e marinai canadesi.
Da qui il tono della marcia cambia, la strada, sempre di campagna e stretta, è un viale di gente che applaude e fa festa ai marciatori.
Fortunatamente la pista ciclabile è accettabilmente libera e non devo andare a cercare vie alternative, sconsigliate anche perché siamo stati informati che nei boschi limitrofi stanno abbattendo alberi e le strade sono piuttosto occluse.

Lasciata la fiumana di civili che rientrano in città passando per Kwakkenberg, noi ci inoltriamo in alcuni quartieri residenziali per sbucare all’inizio della Driehuizerweg che ci conduce al campo.

All’entrata del bosco di Heumensoord riesco a cadere con la bicicletta cercando di stringere il casco e cado rovinosamente su uno dei tronchi posti al bordo della carreggiata per scoraggiare le auto dal posteggiare nel bosco.

Entrata al campo, saluto dei grandi capi, Colonnello Notz e Comandate di Corpo Walser, poi alla tenda della birra per la nostra entrata.
Camminiamo come elementi grafici del gioco Tetris, sulla musichetta e uno dei nostri ci manipola per chiudere i ranghi, una volta completato il rango ci accasciamo.
Applauso generale delle varie delegazioni presenti.

Rientrato al campo noto un visibile rigonfiamento del ginocchio coinvolto nella caduta e vado in infermeria.
Il medico della delegazione è un ortopedico e mi conferma lo stress al legamento crociato ma esclude rotture o lesioni particolari, unica raccomandazione è di dormire con la gamba in alto e l’assunzione di anti-infiammatori che mi consegna lui.

Quest’anno la delegazione è molto attenta all’assunzione di antidolorifici e anti-infiammatori visti certi abusi avuti negli anni precedenti.

Rientro al campo svizzero, nessuno presenta problemi ai piedi e quindi posso dormire un poco prima di cena, che solitamente prendiamo alle 16:30/17:00. 

 

Venerdì, 21 Luglio – Dag van Cuijk

Solita diana alle 02:45, su richiesta del medico mi reco all’infermeria per un controllo, inizialmente non c’è nessuno e vado quindi alla tenda mensa a fare colazione.

Ritornando mi faccio vedere e mi confermano la diagnosi del giorno precedente, ricevo due pastiglie di anti-infiammatorio e rientro alla tenda.
Partenza pure oggi alle 04:30 ma un poco di caos alla piazza di partenza ci vede partire verso le 04:50.
Temperature sempre fresche ma un tasso di umidità decisamente alto mi convincono ad aggiungere magnesio alle bevande che passo ai marciatori.
Il percorso iniziale segue quello della seconda giornata e posso ben seguire il gruppo senza viaggiare sul percorso, dopo il ponte di Grave mi stacco dal percorso e arrivo al punto di ristoro dei 20 km poco prima del gruppo, quando arrivano sembrano stare bene, eccetto per l’elemento con l’infiammazione ai muscoli degli stinchi, a turno gli altri gli portano il sacco ma sembra tenere duro.

La prossima tappa è il ponte di barche, assemblato da pontonieri olandesi e tedeschi sul Maas-Waal Kanal proprio per far passare i marciatori.
All’inizio il passaggio del canale avveniva con il traghetto ma la massa di marciatori ha fatto decidere negli anni 60 per creare un ponte temporaneo.

Qui per tradizione le delegazioni militari si fermano per un brindisi con del Cognac, io approfitto per pure ricordare una marciatrice nel mio primo gruppo deceduta proprio l’anno che l’ha vista marciare la sua ultima 4daagse.
Qui i capi vengono invitati a brindare con i gruppi e in quest’occasione scopro che il Comandate di Corpo Walser è un lanciamine, ci facciamo due risate e poi si rivela il Colonnello Notz come lanciamine pure lui, avendo iniziato come leggero ma poi passando ai pesanti dove ha pure comandato una compagnia.
Essere riconosciuto come “Zwölfler” sembra significare molto per i giovani ufficiali del gruppo.

Ripartenza per l’ultimo sforzo, nove chilometri di festa di strada, nove chilometri dove devo garantire acqua, magnesio e birra per evitare problemi di disidratazione dell’ultimo momento.

L’arrivo a Camp Charlemagne, fine ufficiale della marcia per i militari, è un sollievo per i due in difficoltà, quello con gli stinchi infiammati e uno che presenta uno squilibrio di sali minerali e che su consiglio del medico non coprirà la distanza al passo con musica e casino del pubblico.
Qui si consegnano le biciclette, si organizza il trasporto del materiale individuale come gli zaini e si consegnano le medaglie per il riuscito sforzo.

Dopo 90 minuti di riposo e rifocillamento il battaglione di inquadra, davanti il comandante di marcia, poi la bandiera con la sua guardia, seguita dalla bandiera della GSP e dagli elementi di questo gruppo che nel frattempo hanno lasciato la mimetica TAZ 90 per indossare la tenuta di lavoro blu del loro corpo militare, poi il primo quadrato di marciatori seguito dalla Stadtmusik di Coira e il secondo quadrato, che incorpora pure la delegazione austriaca che tradizionalmente cammina con gli svizzeri.

Sono 5 chilometri di andatura non troppo difficile, il sole è uscito ma abbiamo le bottiglie di acqua da bere durante la tratta, i tamburini riescono a darci il ritmo pur nella cacofonia del milione di persone al bordo strada che sembrano avere come unico scopo della vita quello di farci perdere il passo.

Infine al Vedren, un piccolo parco cittadino dopo la striscia di arrivo, teniamo una breve cerimonia con la delegazione e un rinfresco.
In tale cerimonia si premiano coloro che sono presenti l’ultima volta per raggiunti limiti di età, l’unico sono io e ricevo un omaggio dalla delegazione e una forte stretta di mano dal Comandate Walser che mi lascia un coin dell’Istruzione.
Vengono inoltre riconosciute le partecipazioni tonde, 10, 20 o 30 anni.
Poi rientro al campo con i bus dell’organizzazione che ci porta a Heumensoord dove restituiamo il materiale, facciamo il rapporto finale e iniziamo a imballare le nostre cose.
Il gruppo si trasferisce poi un città per cena dove scopriamo con grande delusione che i ristoranti chiudono le cucine presto pur se la festa in città andrà avanti tutta la notte, risolviamo in una birreria con finger food.
Un giretto per le vie e le piazze dove suonano gruppi e un tranquillo rientro con il bus del campo.


Sabato 22 Luglio, ritorno a casa

04:00 - Sembrano pochi minuti che ho chiuso gli occhi che si accendono le luci della tenda, finiamo di impacchettare le nostre cose, sgomberiamo la stanza e diamo una veloce pulita.
Alle 05:03 il torpedone parte per un rientro a casa sperando di evitare traffico e ingorghi, l’entrata in autostrada vede quasi tutti addormentati.
Al ristoro lungo l’autostrada verso le 11:30 non si sa se fare colazione o pranzo.
Fortunatamente non abbiamo ritardi e siamo alla stazione di Basilea entro le 13.45.

 

Sul treno verso Gelterkinden dove mia moglie mi preleverà faccio una particolare scoperta, il giorno 21 di Luglio 2023 è stato l’ultimo giorno di servizio ufficiale che ho prestato per il nostro esercito, d’ora in avanti solo giornate di attività fuori servizio.

 

 

 14.07.2023,  

Rischio black-out? Ce lo dice un nuovo pannello digitale

Il sito messo in rete dall'Ufficio federale dell'energia pubblica i dati in tempo reale su consumi e riserve di elettricità e gas in Svizzera.

Per avere il quadro costantemente aggiornato della situazione energetica nella Confederazione è stato implementato un pannello digitale (dashboardenergia.admin.ch), consultabile da tutti da parte dell'Ufficio federale dell'energia.  
 
 

Lo spettro della penuria energetica

Il dashboard, indica una nota di Berna, contiene le principali informazioni relative alla situazione dell'approvvigionamento, con i dati in tempo reale riguardanti i consumi di elettricità e gas, la produzione e l'importazione di queste due fonti (in futuro la panoramica sarà estesa ad altri vettori energetici).

Si tratta evidentemente di uno strumento utile per le aziende del settore, ma anche per i comuni cittadini, in un momento delicato sul versante dei prezzi e delle riserve energetiche minacciate dalle turbolenze sui mercati provocate dal conflitto in corso in Ucraina.

Dati in via di miglioramento

La piattaforma riporta dati aggregati provenienti dall'Ufficio federale dell'energia (UFE), dalle associazioni europee dei gestori delle reti di trasmissione elettriche (ENTSO-E) e di gas (ENTSO-G), da Swissgrid (società proprietaria della rete elvetica), dalle borse dell'elettricità e del gas o da MeteoSvizzera.

In proposito però UFE mette in guardia su possibili difetti iniziali del dashboard. Per il momento infatti alcuni dati forniti dagli operatori non sono del tutto precisi ma già dalla fine di gennaio, indica la nota, è destinata a migliorare la qualità delle informazioni, in particolare quelle sui consumi, grazie all'elaborazione di un modello basato sulle cifre anonimizzate dei contatori intelligenti (smart meter) dei gestori di rete. 

 

 

07.07.2023,  

Aerodromo militare di Locarno: risparmio di 200 tonnellate di CO2 all’anno con la nuova centrale termica

All’inizio di giugno 2023, armasuisse Immobili ha ufficialmente assegnato in uso al comando dell’aerodromo militare la nuova centrale termica a cippato di legno all’aerodromo militare di Locarno. La nuova centrale va a sostituire un impianto di riscaldamento a olio e permette di risparmiare circa 75 000 litri di olio da riscaldamento all’anno.

La nuova centrale termica a cippato di legno riscalda l’intero aerodromo militare di Locarno e sostituisce l’impianto di riscaldamento a combustibili fossili utilizzato in precedenza. In concomitanza con il nuovo edificio è stata risanata anche la rete di teleriscaldamento ed è stata ottimizzata l’efficienza energetica dell’intero sistema di approvvigionamento energetico dell’aerodromo. Il 6 giugno 2023, armasuisse Immobili, il centro di competenza del DDPS per il settore immobiliare, ha assegnato in uso la nuova centrale termica al comando dell’aerodromo militare di Locarno.

Calore sostenibile

Per il funzionamento della nuova centrale termica, che presenta una potenza termica di 140 chilowatt, vengono utilizzati fino a 1200 metri cubi di cippato di legno all’anno. Il legno necessario per il suo funzionamento proviene interamente dai boschi del Ticino, a tutto vantaggio dell’economia regionale. Rispetto al precedente impianto di riscaldamento a olio, la nuova centrale termica consente di risparmiare circa 75 000 litri di olio da riscaldamento e circa 200 tonnellate di CO2 all’anno.

Entro il 2030, gli attuali impianti di riscaldamento a olio saranno sostituiti da fonti energetiche rinnovabili (90 per cento di fabbisogno in meno rispetto all’anno di riferimento 2001). Nel 2022, il fabbisogno di olio era già stato dimezzato. L’attuazione, quindi, è sulla buona strada verso il raggiungimento degli obiettivi di risparmio.

Mandati a società ticinesi

Le spese di costruzione per la nuova centrale termica a cippato di legno e per risanare le reti di teleriscaldamento e di energia elettrica ammontano a circa 8,2 milioni di franchi e sono state approvate nel 2017 con il programma degli immobili del DDPS. Grazie alla notevole competitività dell’industria regionale, oltre l’80 % dei mandati è stato assegnato ad aziende ticinesi. Il nuovo fabbricato è stato realizzato dallo studio d’ingegneria Angelo Pirrami Sagl di Quartino (TI), dalla ditta Visani Rusconi Talleri SA di Losone (TI) e dalla società SPED SA di Locarno (TI).

 

 

06.07.2023,   

L’era della BAC sta per concludersi

Durante il top-event CONNECTED ci accommiateremo dalla Base d’aiuto alla condotta (BAC) dell’esercito, che sarà sciolta con effetto dal 31 dicembre 2023. Si conclude così un’era quasi ventennale. Questa data segna anche il passaggio delle consegne al nuovo Comando Ciber.

Comunicazione Difesa, Lorena Castelberg

Glowing blue circuit board, futuristic technology design generated by AI
©VBS/DDPS, Immagine da vecstock su Freepik

 

L’attuale Base d’aiuto alla condotta (BAC) trae le sue radici dall’«Ufficio federale dell’aiuto alla condotta», che a sua volta è nato all’inizio del nuovo millennio dal raggruppamento della Divisione principale informatica del DMF e di alcune parti del Gruppo dell’aiuto alla condotta (Grac). All’epoca l’attività era concentrata sulla fornitura di prestazioni con mezzi informatici civili su reti parzialmente militari. Tale evoluzione si è conclusa con la riforma Esercito XXI. Come primo capo BAC il divisionario Kurt Nydegger aveva assunto la responsabilità di oltre 700 collaboratori.

Nel 2004 è stata portata a termine la riorganizzazione dell’informatica della Confederazione battezzata «NOVE-IT». Una delle conseguenze di questa riorganizzazione è stata l’uniformazione dei processi nel campo dell’informatica. Negli anni successivi la BAC si è evoluta a fornitrice di prestazioni TIC primaria per l’intero DDPS nonché per altri dipartimenti e organi federali. La sua attività abbracciava i sistemi informatici dell’Amministrazione federale come pure sistemi militari, come ad esempio il sistema d’informazione e di condotta delle Forze terrestri (FIS FT).

Separazione di due mondi – Lo scorporo

Nel corso degli anni sono stati fatti molti progressi tecnologici nel settore TIC e sistemi di condotta, e parallelamente è pure aumentata la loro complessità. Le esigenze nei confronti della BAC continuavano ad aumentare in conseguenza al crescente numero di progetti e sistemi per la creazione e la susseguente gestione delle strutture imposte dall’evoluzione tecnologica e dalla digitalizzazione – e tutto questo con risorse pressoché invariate. Pure la protezione delle infrastrutture contro le ciberminacce acquistava sempre maggiore importanza e di pari passo si faceva anche sempre più impegnativa per effetto della crescente interdipendenza tra sistemi civili e militari.

Al cospetto di questi antefatti, nel 2016 l’allora capo del DDPS, Guy Parmelin, prese la decisione di separare l’informatica civile da quella militare. Questo è stato il primo passo verso lo scorporo TIC tuttora in atto nel DDPS così come nell’Aggruppamento Difesa. Lo scorporo concerne sia la burotica BURAUT sia le applicazioni specialistiche. L’obiettivo è di affidare l’informatica della parte amministrativa a partner civili come l’Ufficio federale dell’informatica e a terzi, mentre i sistemi, le applicazioni e i servizi critici per gli impieghi saranno gestiti dal Comando Ciber.

 

Lo scorporo è un processo complesso. Il video mostra in modo più dettagliato come funziona e quali sono le considerazioni che hanno portato alla decisione di separare l’informatica civile da quella militare.

  

Trasformazione e nuova ripartizione

Con la trasformazione della TIC e lo scioglimento della BAC vengono creati i presupposti organizzativi per separare i sistemi interconnessi. L’obiettivo è che i sistemi informatici militari (critici per gli impieghi) e civili (fondamentali per gli impieghi) vengano ripartiti tra operatori differenti senza interruzione delle prestazioni. I termini «critico per gli impieghi» e «fondamentale per gli impieghi» sono da intendersi nel seguente modo:

  • I sistemi critici per l’impiego servono alla truppa per condurre in modo efficace le loro operazioni durante gli impieghi. Come sinonimo è usato il termine «sistemi verdi».
  • I sistemi fondamentali per gli impieghi comprendono invece i sistemi utilizzati dall’esercito prima, dopo o durante gli impieghi, che vengono però messi a disposizione da operatori civili. Questi sistemi servono in primo luogo per la pianificazione e la preparazione di un impiego. Come sinonimo è usato il termine «sistemi non critici per gli impieghi»
  • Tutti gli altri sistemi utilizzati dall’esercito che non sono però determinanti per la sua efficienza, formano la massa dei «sistemi blu».
  • Il Comando Ciber assicurerà l’esercizio dei sistemi critici per gli impieghi, mentre le prestazioni TIC fondamentali per gli impieghi saranno commissionate a organizzazioni di gestori come l’UFIT, la RUAG o altre ditte per mano della Gestione prestazioni TIC in seno allo Stato maggiore dell’esercito.

 

Il Comando Ciber

In considerazione della crescente complessità nonché dell’aumento delle minacce dal ciberspazio e dallo spazio elettromagnetico è stato deciso, nel quadro dell’Ulteriore sviluppo dell’esercito (USEs), di creare il Comando Ciber. Quest’ultimo, in quanto comando militare, garantisce, attraverso le sue capacità operative, il vantaggio cognitivo e decisionale nel ciberspazio e nello spazio elettromagnetico (CSE).

Inoltre sarà in futuro responsabile delle prestazioni TIC critiche per gli impieghi dell’Esercito svizzero. A tale scopo il Comando Ciber sta creando la nuova piattaforma di digitalizzazione (NDP), che sarà la futura piattaforma di tutte le infrastrutture, i sistemi di informazione e condotta e sistemi delle Forze aeree, ecc. critici per gli impieghi. La NDP viene costruita in modo robusto, sicuro e resiliente, e garantisce all’Esercito svizzero e ai suoi partner della Rete integrata Svizzera per la sicurezza la possibilità di continuare ad adempiere il proprio compito anche quando tutte le altre infrastrutture sono fuori uso.

           

Trasferimenti nell’Ufficio federale dell’informatica (UFIT)

In conseguenza allo scorporo di prestazioni critiche per gli impieghi e non critiche per gli impieghi, tutti i sistemi fondamentali per gli impieghi (per es. SAP o PISA), comprese le rispettive risorse finanziarie e di personale, vengono trasferiti dalla BAC all’Ufficio federale

 

 

03.07.2023, 

L’allarme rapimento è ora disponibile su Alertswiss

A partire dal 30 giugno 2023 l’allarme rapimento è integrato nella app e nel sito Internet Alertswiss. L’allarme tramite SMS cui la popolazione poteva abbonarsi finora dovrebbe essere sostituito entro la fine del 2024. Alertswiss rappresenterà un ulteriore canale per reagire il prima possibile in caso di rapimento.

Nei casi di rapimento, le prime ore e ogni segnalazione da parte della popolazione possono essere decisive. L'allarme rapimento è stato introdotto nel 2010 per consentire alla polizia di allertare in modo tempestivo e capillare la popolazione. Finora le cittadine e i cittadini svizzeri avevano la possibilità di iscriversi al sito www.allarmerapimento.ch per ricevere un messaggio di allarme rapimento tramite SMS. A partire dal 30 giugno 2023 l'allarme rapimento sarà integrato nella app nazionale di allarme dell'Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP). Grazie alla app Alertswiss, gli utenti registrati possono ricevere informazioni, allerte e allarmi tramite notifiche push in caso di eventi rilevanti per la protezione della popolazione che interessano i Cantoni da loro prescelti o il luogo in cui si trovano. In caso di allarme rapimento verrà inviata un'allerta in tutto il Paese. La app Alertswiss è attualmente installata su 1,7 milioni di smartphone in Svizzera. Con l'integrazione dell'allarme rapimento in Alertswiss, l'allarme tramite SMS dovrebbe essere disattivato entro la fine del 2024.

L'allarme rapimento è un compito congiunto di polizia

L'allarme rapimento è frutto della collaborazione tra il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e la Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP). In Svizzera la gestione dei rapimenti incombe in primo luogo alle polizie cantonali, che decidono se lanciare un allarme rapimento. Se l'allarme viene lanciato, fedpol diffonde insieme ai partner della convenzione il messaggio d'allarme in tutto al Paese per un periodo di tre ore tramite canali quali media, siti Internet e pannelli informativi ubicati in luoghi altamente frequentati come autostrade, aeroporti, stazioni o centri commerciali. Contemporaneamente utilizza e cura i canali nazionali e internazionali di polizia e allestisce un call center cui la popolazione può fornire segnalazioni sul rapimento.

 

 

29.06.2023,

Immagini satellitari fornite dalla Francia: firmato un accordo quadro

Berna - In futuro la Francia fornirà delle immagini satellitari alla Svizzera. In questi giorni è stato firmato un relativo contratto quadro.

Il questi giorni la Francia e la Svizzera hanno firmato un contratto quadro che in futuro consentirà alla Svizzera di ottenere immagini satellitari del sistema di satelliti da ricognizione spaziale francese denominato «Composante Spatiale Optique» (CSO). Poiché il nostro Paese non dispone ancora di capacità satellitari proprie, al momento deve fare affidamento su immagini e dati immagine di offerenti commerciali. Con il nuovo accordo avrà accesso a un moderno sistema di satelliti da ricognizione in grado di soddisfare esigenze prestazionali molto elevate.

Utilizzo da fine 2025

Le immagini satellitari ad alta definizione rivestono un ruolo sempre più importante per la salvaguardia degli interessi svizzeri in materia di politica di sicurezza. La Francia ha lanciato nello spazio il primo dei tre satelliti CSO nel dicembre 2018, l’ultimo è previsto per il 2024.

La Svizzera è uno dei rari Paesi europei che beneficiano dell’offerta francese di accedere ai suoi satelliti d’osservazione. La cooperazione bilaterale con la Francia per l’utilizzo del sistema CSO è compatibile con il diritto in materia di neutralità.

Espressione di una cooperazione internazionale rafforzata

La firma dell’accordo quadro di cooperazione rafforza ulteriormente la collaborazione tradizionalmente importante in materia di politica di sicurezza tra Francia e Svizzera. Tale collaborazione esprime anche la volontà del Consiglio federale, alla luce della situazione attuale in Europa, di rafforzare la sicurezza della Svizzera attraverso la cooperazione internazionale.

 

 

26.06.2023, 

«La sicurezza della Svizzera 2023»: il Servizio delle attività informative della Confederazione presenta il suo nuovo rapporto sulla situazione

Berna – La guerra di aggressione della Russia all’Ucraina continua a influenzare la politica di sicurezza nazionale e internazionale. Il contesto di sicurezza della Svizzera continua a essere sostanzialmente caratterizzato dalla crescente rivalità tra le grandi potenze. In questo scenario, le capacità in materia di anticipazione e individuazione precoce del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) sono essenziali per individuare e valutare tempestivamente le minacce e i cambiamenti rilevanti nel contesto strategico della Svizzera nonché adottare le misure preventive necessarie. Il nuovo rapporto sulla situazione del SIC «La sicurezza della Svizzera 2023» illustra gli sviluppi della situazione più importanti dal punto di vista dell’intelligence.

La Russia ha distrutto l’assetto di pace europeo basato sulle regole condivise. I forum internazionali volti a garantire la pace e la sicurezza, come l’ONU e l’OSCE, hanno perso ulteriormente efficacia e un nuovo ordine mondiale stabile non è all’orizzonte. Il periodo di transizione attualmente in corso è contrassegnato dalla rivalità tra le grandi potenze. Si osserva una tendenza verso un ordine mondiale bipolare caratterizzato dalla rivalità di sistema tra Stati Uniti e Cina. Per il momento, il contesto della politica di sicurezza della Svizzera rimane incentrato sulla guerra della Russia contro l’Ucraina.

Un mondo sempre più bipolare

La guerra rafforza la tendenza verso un mondo che tornerà a essere sempre più bipolare in futuro: l’Europa continua a dipendere a livello strategico dagli Stati Uniti, mentre la Cina si sta affermando come polo tra gli Stati che si oppongono all’«Occidente». Nell’ambito delle relazioni tra la Cina e la Russia, il ruolo svolto da quest’ultima è sempre più debole.

Negli Stati Uniti, una nuova presidenza di Donald Trump o di un altro candidato isolazionista nel 2025 potrebbe portare nuovamente all'incertezza sul loro impegno nei confronti dell'Europa.

Cina e Russia vogliono trasformare lo status quo per quanto concerne le istituzioni, le regole e le norme esistenti. Potenze regionali come la Turchia, l’India o l’Arabia Saudita stanno cercando di ampliare il proprio spazio di manovra. Nella regione indo-pacifica, il Giappone definisce la Cina come «la più grande sfida strategica mai affrontata» dal Paese. In Africa si sta intensificando la lotta tra gli Stati occidentali da un lato e la Russia e la Cina dall’altro per l’influenza nel continente.

Taiwan rimarrà al centro delle tensioni geostrategiche tra Cina e Stati Uniti. È tuttavia molto improbabile che la Cina scateni un conflitto armato con Taiwan nel 2023.

La minaccia per la Svizzera rappresentata dallo spionaggio rimane elevata

La minaccia per la Svizzera rappresentata dallo spionaggio straniero, soprattutto russo e cinese, rimane elevata. La Svizzera è uno degli Stati europei in cui viene impiegato il maggior numero di membri dell’intelligence russa sotto copertura diplomatica anche per il suo ruolo di Stato che ospita organizzazioni internazionali.

Con l’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU come membro non permanente si acuisce la minaccia di spionaggio per i cittadini svizzeri che gestiscono i dossier e i temi del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che contribuiscono all’adozione di decisioni e che rappresentano queste ultime sia all’interno che all’esterno dei vari organismi.

Per quanto riguarda la proliferazione, l’attenzione è rivolta soprattutto alla Russia. Il SIC intende impedire la fornitura di beni alla Russia che essa potrebbe utilizzare per scopi militari oggetto delle sanzioni. Poiché, per il suo approvvigionamento, la Russia si rivolge ad aziende dell’Unione economica eurasiatica nonché turche e indiane, l’attività di controllo deve essere estesa a regioni che finora non sono state praticamente mai prese in considerazione.

Estremismo violento e terrorismo ancora attuali

La polarizzazione e la frammentazione sociali vanno di pari passo con il rischio di estremismo violento. Attacchi terroristici motivati dall’estremismo di destra come quelli registrati a Christchurch (Nuova Zelanda) e Halle (Germania) nel 2019 o ad Hanau (Germania) nel 2020 potrebbero diventare più frequenti in Europa.

L’estremismo violento di sinistra si concentrerà in particolare sull’antifascismo e sulla causa curda. Si prevede anche un aumento della violenza diretta contro persone percepite come estremisti di destra e contro le forze di sicurezza.

La minaccia terroristica in Svizzera rimane elevate. La minaccia è legata principalmente al movimento jihadista, in particolare attraverso simpatizzanti dello "Stato Islamico" e persone ispirate dalla propaganda jihadista. Lo «Stato Islamico» e Al-Qaida sono le componenti più importanti del movimento jihadista in Europa, e in quanto tali sono determinanti anche per la minaccia terroristica in Svizzera. Ma la minaccia terroristica è diventata più diffusa perché in Europa dal 2020 sempre più spesso proviene da singoli individui che agiscono autonomamente e non hanno un nesso diretto con lo «Stato Islamico» o con Al-Qaida. Sempre più spesso, problemi psicologici o crisi personali svolgono un ruolo significativo nel passaggio alla violenza.

 

Informazioni aggiuntive

  

 

25.05.2023,

Lo scorso anno l’esercito ha disinnescato 250 proiettili inesplosi

Berna, 25.05.2023 – Nel 2022 la Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi dell’Esercito svizzero ha eliminato 250 proiettili inesplosi a seguito di 1003 segnalazioni. Ciò rappresenta un aumento di circa il 10 per cento rispetto al 2021 (908 segnalazioni). Il numero di segnalazioni (37 per cento) è nettamente al di sopra della media sull’arco di dieci anni.

Nel 2022 sono giunte alla Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi dell’esercito 1003 segnalazioni che sono sfociate nell’eliminazione di 3751 oggetti, di cui circa il 7 per cento (250 oggetti) erano effettivamente proiettili inesplosi. Nel 22 per cento dei casi (831 oggetti) si è trattato di munizioni trovate, mentre il 71 per cento delle segnalazioni (2670 oggetti) riguardava residui di munizioni.

Attività del tempo libero svolte nel terreno e sensibilizzazione

Dopo un calo marginale nel 2021, quest’anno è quasi stato raggiunto nuovamente l’apice nel 2020. Ciò è riconducibile alle numerose attività del tempo libero svolte nel terreno, ma anche alla crescente sensibilizzazione in relazione al comportamento di fronte a proiettili inesplosi.

L’85 per cento delle segnalazioni giunte nel 2022 proveniva da civili, il 4 per cento dalla truppa e l’11 per cento dalla polizia. I Cantoni in cui la Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi è stata maggiormente sollecitata sono Berna (215 segnalazioni), Grigioni (178), Vallese (114) e San Gallo (74).

Svolte cinque azioni di sgombero

La Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi è integrata nel Comando eliminazione di munizioni inesplose e sminamento (KAMIR) dell’esercito, che svolge diversi compiti in Svizzera ed è anche impegnato in impieghi militari e umanitari all’estero. Oltre all’evasione delle segnalazioni di proiettili inesplosi, i compiti da svolgere in Svizzera comprendono anche azioni di sgombero sulle piazze di tiro e nelle zone degli obiettivi dell’Esercito svizzero che vengono svolte a scadenze regolari in collaborazione con le divisioni territoriali e altri partner. In tale ambito, l'anno scorso in cinque azioni di sgombero sono state rimosse 29 tonnellate di residui di munizioni e sono stati eliminati 86 proiettili inesplosi, dunque un quantitativo leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. Assieme ai suoi partner, il Comando KAMIR ha fornito un importante contributo alla sicurezza in Svizzera.

Non toccare, contrassegnare e notificare

Chi si imbatte in un oggetto sospetto non deve in alcun caso toccarlo, ma deve contrassegnarlo in maniera ben visibile sul terreno e avvisare la polizia chiamando il 117. Le segnalazioni possono essere inoltrate in modo ancora più semplice utilizzando l'app «Proiettili inesplosi» per dispositivi iPhone e Android, scaricabile gratuitamente dagli app store più diffusi. Secondo le Istruzioni del DDPS sulla prevenzione degli infortuni causati da proiettili inesplosi, i privati possono ricevere una ricompensa pari a un massimo di 100 franchi se, grazie alla segnalazione, si è potuto evitare un incidente. Nel 2022 sono stati elargiti 8400 franchi a tale scopo.

 
 
 
18.05.2023, 
tratto dal Corriere del Ticino di mercoledì 17 maggio 2023; articolo di Giona Carcano

Isone, una lunga storia di eccellenza

© COMANDO FORZE SPECIALI

Mezzo secolo di vita. La piazza d’armi di Isone, una delle infrastrutture militari più importanti in Svizzera, oggi taglia un traguardo significativo. Da quella caserma, negli anni, sono passate decine di migliaia di reclute e soldati: granatieri, paracadutisti e forze speciali. Le élite dell’esercito svizzero si sono formate in Ticino. Abbiamo intervistato il colonnello SMG Nicola Guerini.

In un mondo in rapidissima evoluzione, in particolare in questi anni dove la guerra è tornata a farsi sentire nel cuore dell’Europa, anche l’esercito è chiamato a cambiare. Un cambiamento che, a Isone, si prova ad anticipare. Rimanere indietro, anche solo a livello tecnologico, significherebbe prestare il fianco a rischi impensabili fino a qualche anno fa.

Il posto giusto

Nata nel 1973 dopo un lungo dibattito politico comunale e cantonale e costata 32,4 milioni di franchi, la piazza d’armi di Isone si estende su una superficie di 21 chilometri quadrati. Nel corso del tempo alcune cose sono cambiate, certo, ma la maggior parte delle strutture è rimasta intatta. Anche la caserma principale, vista da fuori, non ha subito modifiche. Gli interventi di miglioria, però, ci sono sempre stati. Gli interni dell’edificio principale, ad esempio, sono appena stati ristrutturati completamente. Un lavoro durato tre anni ma necessario per portare a Isone gli standard militari più moderni. Oltre agli edifici che accolgono professionisti (40 persone) e reclute (due blocchi all’anno di 180 persone), ci sono poi le aree per le esercitazioni. Una, quella che si estende lungo la val Serdena, viene appositamente lasciata allo stato originale in modo da ricreare al meglio le condizioni che i soldati potrebbero trovare durante le operazioni reali. L’altra, in direzione dell’alpe del Tiglio, può contare su poligoni di tiro a breve e lunga distanza, così come appositi edifici per le esercitazioni.

Buoni rapporti con il paese

Isone, per i ticinesi, significa una sola cosa: granatieri. Un corpo d’élite nato durante la Seconda guerra mondiale. Ma per chi a Isone ci vive, è inevitabile associare la presenza dei militari al rumore. Fra civili ed esercito i rapporti sono sempre stati buoni, eppure non mancano situazioni poco piacevoli, come ci spiega il colonnello SMG Nicola Guerini, comandante delle forze speciali, che incontriamo nel suo ufficio alla caserma del Monte Ceneri. «Perseguiamo due obiettivi diametralmente opposti», riconosce. «Noi dobbiamo esercitarci, talvolta anche di notte, mentre il Municipio è tenuto a tutelare la tranquillità dei suoi abitanti. Di conseguenza possono sorgere delle incomprensioni, ma è molto raro. Da parte nostra, cerchiamo di venire incontro il più possibile agli abitanti. Senza dimenticare che, grazie a delle convenzioni, lo stesso Comune trae dei benefici dalla presenza della piazza d’armi. Penso all’acquedotto, ai criteri di assunzione del personale civile che privilegiano sempre - a parità di requisiti - i residenti, ma anche alle strade finanziate dalla Confederazione. Le reclute, poi, escono una volta a settimana nei tre ristoranti del posto». Inoltre, se fino a qualche anno fa «si sparava ovunque e senza grosse limitazioni », oggi la situazione è radicalmente cambiata. Ci sono aree apposite, bisogna sottostare alla legge federale contro l’inquinamento fonico, mentre in futuro si potranno costruire stand di tiro insonorizzati. L’intera zona è recintata sfruttando la conformazione «a sacco» della vallata: la popolazione può quindi accedervi in tutta sicurezza durante il fine settimana, quando vengono aperti i cancelli. A proposito del «venirsi incontro»: l’esercito ha messo a disposizione alcuni locali al Municipio durante la ristrutturazione delle scuole comunali. Un gesto apprezzato, anche perché, come ricorda Guerini, «quando si parla di convivenza, ognuno è chiamato a fare un passo indietro alla ricerca del compromesso migliore ».

Quando manca l’acqua

Le riflessioni da fare, in termini di rumori eccessivi, sono all’ordine del giorno. Ma recentemente c’è stato un altro evento che ha impegnato i responsabili della piazza d’armi. Durante i lavori di ristrutturazione della caserma, l’edificio si è ritrovato senz’acqua a causa della siccità. «Stiamo adottando delle contromisure», racconta ancora Guerini. «Innanzitutto, sono in costruzione due vasche antincendio in quota. In questo modo, l’elicottero di spegnimento riuscirà ad agire più velocemente, senza dover attingere alla vasca posta sul fondovalle. Ma, un domani, potremmo anche pensare di separare la condotta che dal bacino trasporta l’acqua alla piazza d’armi e al paese. Dal profilo energetico, invece, abbiamo capito di doverci rendere autonomi per evitare un rischio di blackout. Per questo, abbiamo installato dei generatori».

Come cambia la guerra

Dai problemi locali a quelli internazionali. Sì, perché il 24 febbraio 2022 - l’inizio dell’invasione russa in Ucraina - ha segnato un punto di svolta. La guerra è tornata in Europa: un evento che ha spinto molti Stati a potenziare i rispettivi eserciti dopo anni di ridimensionamenti e tagli alla spesa. Aumenti di budget si registrano un po’ ovunque, anche in Svizzera. «Ma l’impiego dei granatieri era, rimane e rimarrà sempre offensivo», premette Guerini. «La guerra moderna ha comunque richiesto delle riflessioni a ogni livello. Oggi, ad esempio, non esiste più solo l’azione offensiva classica. Essenziali, a questo proposito, sono le azioni di sabotaggio. Situazioni che vediamo quasi ogni giorno in Ucraina». Anche l’esercito svizzero è dunque chiamato a cambiare. «Dobbiamo tornare ad avere una capacità di difesa del 100%», sottolinea il colonnello. «Ciò significa acquistare mezzi, oppure chiedersi se 100 mila uomini sono davvero sufficienti. Non solo: abbiamo costruito un sistema logistico che funziona bene in tempo di pace. Eppure, non abbiamo una logistica di guerra. Molte cose, a mio avviso, dovranno cambiare nei prossimi anni».

Una conferma

Ciò che succede in Ucraina viene osservato da vicino da molte nazioni per capire quale forma assume una guerra convenzionale moderna e in quali settori dell’esercito è necessario intervenire. «Per quanto riguarda le forze speciali, abbiamo avuto la conferma che quello che facciamo è giusto», spiega Guerini. «In Ucraina, le forze speciali agiscono in piccoli gruppi dietro le linee nemiche, per colpire infrastrutture strategiche. Posti di comando, logistica, vie di comunicazione. Inoltre, partecipano alle azioni offensive e dirigono il fuoco. Esattamente quanto viene richiesto alle forze speciali svizzere ». Un insegnamento importante per la Svizzera, secondo Guerini, riguarda i carri armati. «Nella Confederazione, il terreno per carri è sempre più difficile da trovare», sostiene. «Ogni zona è fortemente edificata, le linee di tiro sarebbero costantemente interrotte dai manufatti. Quindi, oltre ad una forza di carri armati che tenga conto di questa realtà, la Confederazione dovrebbe dotarsi pure di molte più armi anticarro. Armi utilissime in un contesto come il nostro, fortemente urbanizzato. Alcune battaglie in Ucraina dimostrano questa necessità». In futuro, secondo il colonnello, bisognerà anche migliorare il processo di acquisizione degli armamenti. «La tecnologia corre velocissima », racconta Guerini. «Può capitare di richiedere degli strumenti e ritrovarseli fra le mani cinque-sei anni dopo, quando oramai sono obsoleti perché l’evoluzione tecnologica nel frattempo è proseguita». In sostanza, sostiene il comandante delle forze speciali svizzere, «servirebbe maggiore flessibilità non solo nell’acquisto di armamenti, bensì anche nella costruzione di infrastrutture militari».

Occhio di riguardo

Tornando al Ticino, secondo Guerini il nostro cantone è in una posizione fortunata. «Abbiamo perso recentemente la brigata di montagna, un simbolo, ma tutto il resto è stato mantenuto», racconta. «Qui c’è il comando forze speciali, le strutture di Isone, Monte Ceneri (con la sua base logistica), Magadino e Airolo. Anche in termini di investimenti i segnali sono buoni: 50 milioni a Isone negli ultimi anni, altri 50 a Magadino. Inoltre, nei prossimi dieci anni, verranno spesi 150 milioni per l’ammodernamento del Ceneri. Significa che l’esercito ha sempre un occhio di riguardo per il Ticino».

 Mezzo secolo di vita. La piazza d’armi di Isone, una delle infrastrutture militari più importanti in Svizzera, oggi - con una giornata di celebrazioni ufficiali - taglia un traguardo significativo. Da quella caserma, negli anni, sono passate decine di migliaia di reclute e soldati: granatieri, paracadutisti e forze speciali. Le élite delle forze armate della Confederazione si sono formate in Ticino, e continueranno a farlo. Nonostante la perdita della brigata di montagna, infatti, il nostro cantone rimane un punto fermo della strategia militare svizzera.
 
 
 
 
05.05.2023,

Base Aerea, il commiato di Carlo Manea

Il sostituto capo di Stato maggiore è passato al beneficio della pensione dopo 27 anni trascorsi nella struttura aeroportuale militare

                                                       
                                             Carlo Manea con il comandante della Base Hösli (Foto Garbani)
 
Non sono solamente i comandanti a scrivere le pagine della storia di una Base Aerea. Bensì anche i collaboratori e il team di specialisti d'aiuto alla condotta costantemente impegnati ad assicurare la quotidiana operatività dei mezzi e della struttura. Com'è stato il caso, per 27 anni, di Carlo Manea, sostituto capo di Stato maggiore/consulente Ru per il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps), passato proprio in queste settimane al beneficio della meritata pensione.

Ha dato un forte impulso alle attività di comunicazione

Un operato, il suo, molto apprezzato e che Rossano Rodoni, amico e collaboratore, sostituto comandante della Base, nonché capo supporto, ha voluto velocemente ripercorrere giovedì 27 aprile, in occasione di una breve cerimonia di commiato organizzata proprio nel giardino della struttura militare. Tra le varie vicende ricordate, anche il forte impulso alle attività di comunicazione esterna, di promozione di eventi e di contatto con le autorità e la popolazione che Manea ha curato dal suo arrivo, nel 1996, a Locarno, dopo un decennio trascorso alla Zv di Dübendorf. Un contributo di fondamentale importanza per consolidare i rapporti già esistenti e costruirne dei nuovi. Presenti, oltre all'attuale comandante, Martin Hösli, anche il suo predecessore, il colonnello Tiziano Ponti, e i numerosi colleghi militari e civili della struttura aeroportuale.

 
 
 
01.05.2023,

Nuovo contratto di licenza per il marchio «Swiss Military»

Berna, 01.05.2023 – L'Ufficio federale dell'armamento armasuisse ha firmato un contratto di licenza con Kambly SA per il marchio «Swiss Military». Kambly SA produce il «Military Biscuit» fornito all'esercito svizzero, e ora lo commercializza in una confezione per il commercio civile con il marchio «Swiss Military». I proventi dei diritti di licenza confluiscono nelle casse della Confederazione. In questo modo, armasuisse continua ad attuare la commercializzazione dei marchi militari, come richiesto dal Parlamento dal 2012.

 

L'azienda svizzera a conduzione familiare Kambly SA, con sede a Trubschachen BE, fornisce da molti anni all’esercito svizzero i tradizionali biscotti militari. Sempre da molti anni, Kambly SA, con l’autorizzazione di armasuisse, ha fornito al commercio civile, senza licenza, questi biscotti in una presentazione diversa dalla confezione ufficiale dell'esercito.

Il contratto di licenza esclusiva che armasuisse ha ora stipulato con Kambly SA definisce l’ambito per la produzione e la distribuzione in Svizzera del biscotto militare sul mercato civile con il marchio «Swiss Military». I proventi dei diritti di licenza confluiscono nelle casse federali.

Con il nuovo contratto di licenza, armasuisse può continuare ad attuare la commercializzazione dei marchi militari richiesta anche dal Parlamento. Nella mozione 12.3667 «Registrazione dei marchi "Swiss Army", "Swiss Military" e "Swiss Air Force”» della Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) del 2012, si chiedeva al Consiglio federale di tutelare meglio i marchi militari, di farli valere contro terzi non autorizzati e di concederli in licenza. In precedenza, diverse aziende avevano utilizzato i marchi senza versare i diritti di licenza alla Confederazione.

Da allora armasuisse ha stipulato diversi contratti di licenza, tra cui quello con swiss brands AG per il marchio «Swiss Military» e altri marchi militari per diverse categorie di prodotti, con Hanowa AG e Chrono AG per il marchio «Swiss Military» per gli orologi, e con Breitling AG per il marchio «Patrouille Suisse», sempre per gli orologi. Con Victorinox esiste già da molti anni un contratto d’esclusiva per il marchio «Swiss Army».

 

 
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28.04.2023,

Riuscita collaborazione tra il DDPS e il settore finanziario svizzero a protezione della sfera privata

Berna, 28.04.2023 – Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha concluso un progetto pilota in collaborazione con la Banca nazionale svizzera, SIX e la Banca cantonale di Zurigo (ZKB) con l’intento di migliorare la resilienza delle infrastrutture critiche svizzere nel settore della ciberdifesa. L’obiettivo di questa iniziativa è permettere ai team addetti alla ciber sicurezza nel settore finanziario di accedere alle capacità di ciberdifesa della Confederazione e di migliorare la sicurezza grazie a una collaborazione più stretta. Grazie al «confidential computing» e alle «data clean room», una combinazione di nuove tecnologie di crittografia e di protezione dei dati, è possibile migliorare la condivisione di informazioni.

 

Per contrastare le crescenti minacce contro una società sempre più digitalizzata, un mezzo utile è la coordinazione delle difese. Alla luce di ciò, nel 2021 il DDPS ha lanciato un progetto pilota con l’obiettivo di migliorare gli strumenti a disposizione dei team addetti alla sicurezza e di ottenere una visione di insieme delle minacce contro l’industria dei servizi finanziari. Il progetto nasce dalla seconda edizione della sfida «Cyber Startup Challenge 2021» del Cyber-Defence Campus di armasuisse, un concorso aperto alle startup volto a sviluppare tecnologie innovative per la ciberdifesa in Svizzera. Il concorso è stato vinto dalla start-up svizzera Decentriq, che ha sviluppato una piattaforma SaaS (Software-as-a-Service) capace di offrire alle imprese delle cosiddette «data clean room», ossia ambienti virtuali protetti e basati sulla tecnologia «confidential computing» in cui i dati sensibili vengono criptati e modificati in modo da poter essere utilizzati e analizzati a tutti i livelli di un’organizzazione.

Implementazione della tecnologia

Grazie alla tecnologia di Decentriq e al know-how di alcuni dei maggiori operatori del settore finanziario svizzero come la Banca nazionale svizzera, SIX e la Banca cantonale di Zurigo (ZKB), nell’ambito del progetto pilota, sono state identificate delle minacce sottoforma di e-mail di phishing, che toccavano più organizzazioni. Con l’ausilio della tecnologia di crittografia, le banche sono state in grado di individuare nuove campagne di phishing, di riconoscere schemi comuni e di confrontare le difese dal phishing di tutte le organizzazioni partecipanti al progetto. Questo progetto pilota ha dimostrato con successo che, mediante l’utilizzo di «data clean room» neutrali e protette, è possibile ottenere informazioni utili riguardanti le minacce informatiche senza dover scambiare dati sensibili tra le varie organizzazioni.

Uno scambio sicuro e protetto tra operatori privati e pubblici aumenta la sicurezza delle infrastrutture critiche, uno degli obiettivi primari della Ciberstrategia nazionale (CSN)). La prova di fattibilità conclusa lo scorso anno ha dimostrato la fattibilità tecnica e le possibilità di acquisire conoscenze per i team incaricati dei partecipanti al progetto. I prossimi sviluppi per il 2023, saranno rivolti alla ricerca di una soluzione sistematica per l’intero settore finanziario.

Definizione di confidential computing: il confidential computing è una tecnologia che permette di elaborare i dati nel cloud in modo riservato. La caratteristica distintiva del confidential computing rispetto a una normale cifratura dei dati nel cloud è che i dati sensibili non sono protetti solo quando sono «a riposo» (ovvero salvati nelle unità di archiviazione) o «in transito» (quando vengono trasmessi), bensì anche quando sono «in uso». Riassumendo, questa tecnologia implementa meccanismi di crittografia che garantiscono la protezione dei dati sensibili contro terze parti e provider cloud anche durante la loro elaborazione.

 
 
04.04.2023,

Scelto il nuovo tipo di ordigno guidato terra-terra        

Berna, 04.04.2023 - Con lo SPIKE LR2 di Eurospike, armasuisse ha scelto il nuovo tipo di sistema d’ordigno guidato terra-terra. La proposta di acquisto del sistema d’arma sarà presentata al Parlamento per l’approvazione con il messaggio sull’esercito 2024.

Per riuscire a contrastare i carri armati nemici anche sulle lunghe distanze, le unità di terra dell’esercito svizzero dovranno disporre anche in futuro di un sistema d’ordigno guidato anticarro di vasta portata.
Alla luce di ciò, e dopo aver condotto un’analisi di mercato, l’Ufficio federale dell’armamento (armasuisse) ha richiesto informazioni sugli ordigni guidati terra-terra presso vari produttori europei e americani con particolare attenzione a informazioni quali, ad esempio, il funzionamento, l’efficacia bellica, i dati tecnici del sistema d’impiego, le possibilità di integrazione nell’infrastruttura esistente e le condizioni quadro commerciali.
Sulla base di un’analisi dettagliata delle informazioni ricevute, sono emersi due produttori in grado di soddisfare i requisiti militari per il sistema. Ai due produttori emersi dalla valutazione sono state richieste informazioni più dettagliate e offerte.

Decisione a favore dello SPIKE LR2 di Eurospike

La scelta per il nuovo ordigno guidato terra-terra dell’esercito svizzero è ricaduta sul sistema d’arma SPIKE LR2. Nella valutazione, questo sistema, prodotto da Eurospike e già introdotto presso vari eserciti europei, presentava l’utilità militare maggiore ed era anche l’offerta più attraente in termini economici.
Il sistema scelto sarà utilizzato dalla fanteria inizialmente come sistema mobile. In un primo momento, il sistema non sarà integrato in una piattaforma. Tuttavia, lo SPIKE LR2 può essere integrato in un veicolo anche successivamente. La domanda di acquisto sarà presentata al Parlamento con il messaggio sull’esercito 2024.

Eurospike è una joint venture tra le aziende Diehl Defence GmbH, Rheinmetall Electronics GmbH e Rafael Advanced Defense Systems con sede a Röthenbach a.d. Pegnitz (D). Lo sviluppo, la progettazione e la qualificazione del sistema si svolgono principalmente a Rafael in Israele. Gran parte dei componenti dello SPIKE LR2 per il mercato europeo viene prodotta in stabilimenti in Germania.

Chiarimenti riguardanti il sistema precedente

Il sistema d’ordigno guidato anticarro TOW (Tube launched, Opticallly tracked, Wire guided) acquistato oltre trent’anni fa costituiva l’armamento principale del cacciacarri 90 (carro armato granatieri ruotato, prodotto dalla GDELS-MOWAG) che sarà messo fuori servizio.
Il cacciacarri 90 fu acquistato nel 1990. Nel 2018, il Parlamento ha autorizzato la richiesta di messa fuori servizio, che dovrà essere posta in essere a partire dal 2024.

Prima di una messa fuori servizio, armasuisse contatta il rispettivo produttore originale e il paese produttore per verificare se sono interessati al riacquisto o se, invece, occorrerà procedere allo smaltimento dei sistemi. Questi chiarimenti sono in corso anche nella presente fattispecie.

                                                          
 
 
 
 
 
05.01.2023,
 

Aperto il CCVP di Giornico!

 

Finalmente ci siamo! Lo scorso 2 dicembre è entrato ufficialmente in servizio il nuovo Centro di controllo dei veicoli pesanti CCVP sull’area che fino al 1995 ospitava l’acciaieria Monteforno.

 

Per l’Ufficio federale delle strade USTRA l’apertura di questo nuovo centro “maxi” riveste una grande importanza da più punti di vista. Anzitutto si potranno eseguire dei controlli su ciascun versante del San Gottardo, considerata la presenza del centro “gemello” urano attivo dal 2009 a Ripshausen, nei pressi di Erstfeld. L’intensificazione dei controlli sui mezzi pesanti consentirà infatti di aumentare notevolmente la sicurezza di tutti gli utenti che transitano su questo asse, riducendo sensibilmente il numero di incidenti e di conseguenza di morti e feriti gravi. Basti pensare che l’ultimo rapporto stilato da USTRA e dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini UDSC indica che nel 2021 sono stati controllati circa 140’000 fra autocarri e bus: in circa il 20% dei casi (ben 28’000 veicoli!) erano presenti delle irregolarità.

Oltre al fattore sicurezza, l’intensificazione di queste ispezioni favorisce il raggiungimento di altri due obiettivi della politica federale dei trasporti. Il primo riguarda il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla rotaia, un impegno strategico, cui la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) contribuisce in maniera significativa. La legge sul trasferimento del traffico prevede inoltre misure di accompagnamento per individuare condizioni quadro stradali e ferroviarie adatte a incrementare le opportunità di mercato per il trasporto merci su rotaia; il secondo concerne invece il potenziamento della collaborazione fra la Confederazione e i Cantoni (polizie cantonali) per raggiungere un maggiore rispetto del codice stradale.

E a proposito di polizie cantonali e di ricadute positive di questo progetto, a Giornico potranno essere impiegati 50 nuovi agenti e assistenti di polizia, appositamente formati per operare nel campo della sicurezza stradale. La bassa Leventina, grazie al nuovo CCVP, potrà inoltre disporre di un nuovo svincolo autostradale, che sgraverà la strada cantonale dal traffico pesante e conferirà un valore aggiunto all’intera regione. L’area multiservizi avrà pure il pregio di migliorare le condizioni di vita degli autotrasportatori (che disporranno di una moderna struttura per le loro soste) e quelle ambientali, poiché i TIR non saranno più costretti a sostare lungo la corsia autostradale dedicata, spesso con il motore acceso.

Anche le condizioni del traffico autostradale potranno migliorare sensibilmente, poiché il nuovo CCVP effettuerà il dosaggio dei mezzi pesanti diretti a nord e verrà utilizzato per gestire situazioni particolari che riguardano il traffico in direzione sud (ad esempio forti nevicate o chiusure della dogana di Chiasso). L’investimento di oltre 200 milioni di franchi a carico della Confederazione può quindi considerarsi senza dubbio proficuo se si considerano i notevoli benefici che se ne potranno trarre.

 
 
 
 
30.12.2022,

La realtà aumentata per esperienze wow

Le moderne tecnologie aprono mondi nuovi per la trasmissione di contenuti. Il Centro dei Media Digitali dell’Esercito MDE ha attuato per la prima volta per la Base d’aiuto alla condotta e il progetto Comando Ciber un piano in cui era contemplato il ricorso alla realtà aumentata. Il risultato è un’imponente dimostrazione delle possibilità di questa tecnologia.

Comunicazione Difesa, Anna Muser

©VBS/DDPS
 
Basta scannerizzare con il cellulare un codice QR e subito appare sulla scrivania un soldatino che spiega il complesso mondo informatico dell’esercito svizzero. La realtà aumentata consente di tuffarsi in questo mondo immateriale e di sperimentare molto da vicino concetti come i centri di calcolo, la rete di condotta Svizzera o anche la cibersicurezza.

Rielaborare gli obiettivi già raggiunti

A fornire l'occasione per sfruttare la tecnologia della realtà aumentata è stata la commessa per una modellizzazione del terreno destinata a illustrare agli alti ufficiali superiori le sfide e il futuro dell’ambiente TIC dell’esercito. «In futuro la realtà aumentata sarà impiegata grazie al Comando Ciber in misura sempre maggiore per facilitare la comprensione e una chiara rappresentazione anche di situazioni complesse», spiega il Colonnello di stato maggiore generale Robi Flück, responsabile del settore ciber e azioni nello spazio elettromagnetico del progetto Comando Ciber. Questa tecnologia può tuttavia essere utilizzata anche per la formazione o nella logistica, per esempio per facilitare l’insegnamento dell'impiego di apparecchiature o supportare le manovre di riparazione dei veicoli. La tecnologia della realtà aumentata sarà utilizzata in futuro sempre più spesso in tutto l’esercito, migliorando la comprensione e l'apprendimento.

Cosa si intende per realtà aumentata?

L’espressione Augmented Reality, ovvero «realtà aumentata», designa una tecnologia in grado di potenziare la percezione del mondo reale con mezzi tecnologici. A tal fine è necessario un apparecchio di trasmissione, spesso un dispositivo mobile o degli occhiali per AR. Quando la realtà percepita non presenta più alcun riferimento a quella reale, si parla anche di realtà virtuale (Virtual Reality).


 
 
 
 
15.12.2022,
Il tiro obbligatorio resta obbligatorio

Bocciata dal Consiglio nazionale un'iniziativa parlamentare che ne chiedeva l'abolizione

Il tiro obbligatorio non va abolito, secondo il Consiglio nazionale che ha bocciato un’iniziativa parlamentare del verde liberale François Pointet che voleva sopprimere l'articolo 63 della legge militare.

Nel suo testo il vodese sosteneva che "il tiro obbligatorio a 300 metri è un anacronismo inefficiente" che non ha nulla a che vedere con l’impiego, la manipolazione e il controllo di un'arma in situazione di combattimento. La collega di partito Melanie Mettler ha quindi chiesto quale sia il valore aggiunto per l’esercito.

A risponderle è stato Alois Gmür, dell’Alleanza del Centro, secondo cui il tiro è importante per fare in modo che i militari mantengano un alto livello di tiro, controllino una volta all'anno il corretto funzionamento delle loro armi di servizio e si esercitino a manipolarle in sicurezza.

Il testo è quindi stato bocciato con 105 voti, da UDC, PLR e Centro, contro 83 del fronte rosso-verde.

 

Il tiro obbligatorio resta obbligatorio - RSI Radiotelevisione svizzera

 
 
19.09.2022, 

La digitalizzazione del Servizio topografico

 
 
 
07.04.2022,
                                                                                            
 

Fondata l’Associazione Granatieri Ticinesi (AGT)

 

Il 26 ottobre 2021 è stata fondata l’Associazione Granatieri Ticinesi, la cui prima Assemblea Generale si è tenuta il 25 marzo 2022

a Isone e contava circa 40 membri esostenitori (vedi foto). L’Associazione si prefigge di rafforzare lo spirito di amicizia tra i soci

Granatieri e di mantenere solidi i legami anche con chi ha già terminato i giorni di servizio. In particolare l’Associazione ha lo scopo

di contribuire a mantenere e tramandare le tradizioni e i valori del corpo dei Granatieri, organizzando attività ed eventi.


Ringraziando tutti coloro che hanno già aderito all'associazione, e in particolare i presenti del 25 marzo, un invito è rivolto a tutti i

granatieri ticinesi che non siamo ancora riusciti a raggiungere ad aderire all’associazione, annunciandosi all’indirizzo e-mail:
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Vi ringraziamo per indicare nella comunicazione la vostra incorporazione, grado e funzione e anno di servizio.


Per il Comitato,

aiut SM Geoffrey Heitz, Presidente

 
 
 
 
08.11.2021, 

Inventario dei monumenti dell'esercito e di guerra in Svizzera 

Con i monumenti dell’esercito e di guerra esistenti in Svizzera vengono commemorati in forme diverse i soldati feriti o caduti, si ricordano le battaglie ai tempi della vecchia Confederazione oppure vengono richiamate alla memoria la presenza su suolo elvetico di forze armate stranie. Ciò che finora è mancato è una panoramica di questi segni celebrativi, un inventario che indichi il loro numero, le loro peculiarità e la loro varietà.

Il presente inventario propone quindi una panoramica digitale delle tradizioni commemorative che spaziano dai monumenti visibili negli spazi pubblici e dedicati a battaglie e soldati, ai segni personali e discreti legati al ricordo di singoli camerati. La banca dati rende pubblica la varietà dei luoghi commemorativi, li fa diventare visibili e accessibili, riflettendo la storia dell’esercito attraverso i monumenti. Inoltre contribuisce alla conservazione del patrimonio culturale svizzero, mettendo in rilievo le diversità regionali delle culture commemorative. Consentendo al pubblico l’accesso all’inventario e alla relativa rappresentazione cartografica, si rende visibile la distribuzione dei monumenti nello spazio geografico svizzero. L’inventario con la sua raccolta di dati può quindi servire da base per futuri studi d’approfondimento.

 

Maggiori informazioni visitando INVENTARIO (admin.ch)

 

 

20.09.2021,

   
La carta Dufour: un bene culturale svizzero celebra i suoi 175 anni - swisstopo historic 

 

 

02.08.2021,

 
 
 
Precipitazioni misurate il 25-28 luglio 2021
1 millimetro corrisponde a 1 l/m2
 
 
Serie storica delle portate annuali di piena
 
 
 
 
 
 
Si sottolinea l’eccezionalità dell’evento per Breggia e Faloppia, mentre per il Laveggio e lo Scairolo si tratta di una piena frequente.
 
Dati provvisori raccolti dalla rete idro-meteorologica gestita dall’Istituto scienze della Terra (SUPSI) su mandato cantonale (DT-Ufficio dei corsi d’acqua) e dalla rete di monitoraggio federale dei corsi d’acqua
 
 
 A scuola con il fucile - Ludovico Zappa

 

È con molto piacere che vi segnaliamo il libro di Ludovico Zappa, giovane autore fresco di studi universitari e membro ASSU MBC, che propone un viaggio nel passato in un aspetto poco conosciuto del Ticino di metà Ottocento.

In un'epoca in cui gli scontri politici avvenivano anche a fucilate, non sorprende che anche la scuola pubblica visse una militarizzazione con l'introduzione degli esercizi militari. I giovani - armati e istruiti con gli stessi criteri dell'esercito svizzero - avevano la funzione di una scuole reclute anticipata e di una coesione cantonale ancora difficile e lontana.

La loro storia, dal difficile inizio al discioglimento per motivi politici, è raccontata per la prima volta in un'opera unica e completa, sfruttando fonti inedite raccolte per tutto il Ticino.

 

 

 

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