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31.05.2023,

A partire dal prossimo anno, la Confederazione ridurrà il sussidio per le munizioni GP11

In cambio, la FST ha ottenuto un aumento dei contributi per gli esercizi federali

Sulla base della raccomandazione del Controllo federale delle finanze (CFF), la Confederazione ha deciso di ridurre le sovvenzioni per le munizioni GP11, in modo che i GP11 e le GP90 ricevano una sovvenzione simile. In concreto, dal prossimo anno un colpo di GP11 costerà 60 centesimi anziché 30 centesimi come in finora.

La FST aveva formato subito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei tiratori di tutte le regioni nazionali e aveva preparato delle proposte da sottoporre all'attenzione del DDPS, volte ad attutire l'aumento del prezzo delle munizioni e a garantire un compenso più equo per i servizi forniti dalla FST e dalle società affiliate, per gli esercizi federali.

Dopo intense trattative e numerosi incontri, le richieste sono state soddisfatte: da un lato, saranno aumentati i contributi per il programma obbligatorio (PO) e per il tiro in campagna (TC), nonché per i corsi per giovani tiratori (c GT). Questo indennizzerà meglio il lavoro nelle società di tiro.

Concretamente, le società riceveranno 30 franchi per partecipante (milite) al programma obbligatorio invece di 20,50. Anche il contributo per il tiro in campagna sarà aumentato da 10,50 a 15 franchi per partecipante. Ci sono sviluppi positivi anche nel settore dell’istruzione giovanile: la società riceverà 50 GP90 aggiuntivi per ogni giovane tiratore formato, oltre a 15 franchi in più come indennità. Infine, la Confederazione sostiene i corsi volontari con il Fass90 presso le federazioni o le società. Anche in questo caso, 50 GP90 per ogni partecipante a titolo gratuito.

È ovvio che la FST non è contenta dell'aumento delle cartucce GP11: "Tuttavia, se si guarda al pacchetto complessivo, riteniamo che il risultato raggiunto sia ragionevole. È chiaro che le società sono ora chiamate a trovare soluzioni valide per i propri soci, ad esempio attraverso riallocazioni finanziarie interne", afferma il presidente della FST Luca Filippini.

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25.05.2023,

Lo scorso anno l’esercito ha disinnescato 250 proiettili inesplosi

Berna, 25.05.2023 – Nel 2022 la Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi dell’Esercito svizzero ha eliminato 250 proiettili inesplosi a seguito di 1003 segnalazioni. Ciò rappresenta un aumento di circa il 10 per cento rispetto al 2021 (908 segnalazioni). Il numero di segnalazioni (37 per cento) è nettamente al di sopra della media sull’arco di dieci anni.

Nel 2022 sono giunte alla Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi dell’esercito 1003 segnalazioni che sono sfociate nell’eliminazione di 3751 oggetti, di cui circa il 7 per cento (250 oggetti) erano effettivamente proiettili inesplosi. Nel 22 per cento dei casi (831 oggetti) si è trattato di munizioni trovate, mentre il 71 per cento delle segnalazioni (2670 oggetti) riguardava residui di munizioni.

Attività del tempo libero svolte nel terreno e sensibilizzazione

Dopo un calo marginale nel 2021, quest’anno è quasi stato raggiunto nuovamente l’apice nel 2020. Ciò è riconducibile alle numerose attività del tempo libero svolte nel terreno, ma anche alla crescente sensibilizzazione in relazione al comportamento di fronte a proiettili inesplosi.

L’85 per cento delle segnalazioni giunte nel 2022 proveniva da civili, il 4 per cento dalla truppa e l’11 per cento dalla polizia. I Cantoni in cui la Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi è stata maggiormente sollecitata sono Berna (215 segnalazioni), Grigioni (178), Vallese (114) e San Gallo (74).

Svolte cinque azioni di sgombero

La Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi è integrata nel Comando eliminazione di munizioni inesplose e sminamento (KAMIR) dell’esercito, che svolge diversi compiti in Svizzera ed è anche impegnato in impieghi militari e umanitari all’estero. Oltre all’evasione delle segnalazioni di proiettili inesplosi, i compiti da svolgere in Svizzera comprendono anche azioni di sgombero sulle piazze di tiro e nelle zone degli obiettivi dell’Esercito svizzero che vengono svolte a scadenze regolari in collaborazione con le divisioni territoriali e altri partner. In tale ambito, l'anno scorso in cinque azioni di sgombero sono state rimosse 29 tonnellate di residui di munizioni e sono stati eliminati 86 proiettili inesplosi, dunque un quantitativo leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. Assieme ai suoi partner, il Comando KAMIR ha fornito un importante contributo alla sicurezza in Svizzera.

Non toccare, contrassegnare e notificare

Chi si imbatte in un oggetto sospetto non deve in alcun caso toccarlo, ma deve contrassegnarlo in maniera ben visibile sul terreno e avvisare la polizia chiamando il 117. Le segnalazioni possono essere inoltrate in modo ancora più semplice utilizzando l'app «Proiettili inesplosi» per dispositivi iPhone e Android, scaricabile gratuitamente dagli app store più diffusi. Secondo le Istruzioni del DDPS sulla prevenzione degli infortuni causati da proiettili inesplosi, i privati possono ricevere una ricompensa pari a un massimo di 100 franchi se, grazie alla segnalazione, si è potuto evitare un incidente. Nel 2022 sono stati elargiti 8400 franchi a tale scopo.

 
 
 
18.05.2023, 
tratto dal Corriere del Ticino di mercoledì 17 maggio 2023; articolo di Giona Carcano

Isone, una lunga storia di eccellenza

© COMANDO FORZE SPECIALI

Mezzo secolo di vita. La piazza d’armi di Isone, una delle infrastrutture militari più importanti in Svizzera, oggi taglia un traguardo significativo. Da quella caserma, negli anni, sono passate decine di migliaia di reclute e soldati: granatieri, paracadutisti e forze speciali. Le élite dell’esercito svizzero si sono formate in Ticino. Abbiamo intervistato il colonnello SMG Nicola Guerini.

Mezzo secolo di vita. La piazza d’armi di Isone, una delle infrastrutture militari più importanti in Svizzera, oggi - con una giornata di celebrazioni ufficiali - taglia un traguardo significativo. Da quella caserma, negli anni, sono passate decine di migliaia di reclute e soldati: granatieri, paracadutisti e forze speciali. Le élite delle forze armate della Confederazione si sono formate in Ticino, e continueranno a farlo. Nonostante la perdita della brigata di montagna, infatti, il nostro cantone rimane un punto fermo della strategia militare svizzera.

In un mondo in rapidissima evoluzione, in particolare in questi anni dove la guerra è tornata a farsi sentire nel cuore dell’Europa, anche l’esercito è chiamato a cambiare. Un cambiamento che, a Isone, si prova ad anticipare. Rimanere indietro, anche solo a livello tecnologico, significherebbe prestare il fianco a rischi impensabili fino a qualche anno fa.

Il posto giusto

Nata nel 1973 dopo un lungo dibattito politico comunale e cantonale e costata 32,4 milioni di franchi, la piazza d’armi di Isone si estende su una superficie di 21 chilometri quadrati. Nel corso del tempo alcune cose sono cambiate, certo, ma la maggior parte delle strutture è rimasta intatta. Anche la caserma principale, vista da fuori, non ha subito modifiche. Gli interventi di miglioria, però, ci sono sempre stati. Gli interni dell’edificio principale, ad esempio, sono appena stati ristrutturati completamente. Un lavoro durato tre anni ma necessario per portare a Isone gli standard militari più moderni. Oltre agli edifici che accolgono professionisti (40 persone) e reclute (due blocchi all’anno di 180 persone), ci sono poi le aree per le esercitazioni. Una, quella che si estende lungo la val Serdena, viene appositamente lasciata allo stato originale in modo da ricreare al meglio le condizioni che i soldati potrebbero trovare durante le operazioni reali. L’altra, in direzione dell’alpe del Tiglio, può contare su poligoni di tiro a breve e lunga distanza, così come appositi edifici per le esercitazioni.

Buoni rapporti con il paese

Isone, per i ticinesi, significa una sola cosa: granatieri. Un corpo d’élite nato durante la Seconda guerra mondiale. Ma per chi a Isone ci vive, è inevitabile associare la presenza dei militari al rumore. Fra civili ed esercito i rapporti sono sempre stati buoni, eppure non mancano situazioni poco piacevoli, come ci spiega il colonnello SMG Nicola Guerini, comandante delle forze speciali, che incontriamo nel suo ufficio alla caserma del Monte Ceneri. «Perseguiamo due obiettivi diametralmente opposti», riconosce. «Noi dobbiamo esercitarci, talvolta anche di notte, mentre il Municipio è tenuto a tutelare la tranquillità dei suoi abitanti. Di conseguenza possono sorgere delle incomprensioni, ma è molto raro. Da parte nostra, cerchiamo di venire incontro il più possibile agli abitanti. Senza dimenticare che, grazie a delle convenzioni, lo stesso Comune trae dei benefici dalla presenza della piazza d’armi. Penso all’acquedotto, ai criteri di assunzione del personale civile che privilegiano sempre - a parità di requisiti - i residenti, ma anche alle strade finanziate dalla Confederazione. Le reclute, poi, escono una volta a settimana nei tre ristoranti del posto». Inoltre, se fino a qualche anno fa «si sparava ovunque e senza grosse limitazioni », oggi la situazione è radicalmente cambiata. Ci sono aree apposite, bisogna sottostare alla legge federale contro l’inquinamento fonico, mentre in futuro si potranno costruire stand di tiro insonorizzati. L’intera zona è recintata sfruttando la conformazione «a sacco» della vallata: la popolazione può quindi accedervi in tutta sicurezza durante il fine settimana, quando vengono aperti i cancelli. A proposito del «venirsi incontro»: l’esercito ha messo a disposizione alcuni locali al Municipio durante la ristrutturazione delle scuole comunali. Un gesto apprezzato, anche perché, come ricorda Guerini, «quando si parla di convivenza, ognuno è chiamato a fare un passo indietro alla ricerca del compromesso migliore ».

Quando manca l’acqua

Le riflessioni da fare, in termini di rumori eccessivi, sono all’ordine del giorno. Ma recentemente c’è stato un altro evento che ha impegnato i responsabili della piazza d’armi. Durante i lavori di ristrutturazione della caserma, l’edificio si è ritrovato senz’acqua a causa della siccità. «Stiamo adottando delle contromisure», racconta ancora Guerini. «Innanzitutto, sono in costruzione due vasche antincendio in quota. In questo modo, l’elicottero di spegnimento riuscirà ad agire più velocemente, senza dover attingere alla vasca posta sul fondovalle. Ma, un domani, potremmo anche pensare di separare la condotta che dal bacino trasporta l’acqua alla piazza d’armi e al paese. Dal profilo energetico, invece, abbiamo capito di doverci rendere autonomi per evitare un rischio di blackout. Per questo, abbiamo installato dei generatori».

Come cambia la guerra

Dai problemi locali a quelli internazionali. Sì, perché il 24 febbraio 2022 - l’inizio dell’invasione russa in Ucraina - ha segnato un punto di svolta. La guerra è tornata in Europa: un evento che ha spinto molti Stati a potenziare i rispettivi eserciti dopo anni di ridimensionamenti e tagli alla spesa. Aumenti di budget si registrano un po’ ovunque, anche in Svizzera. «Ma l’impiego dei granatieri era, rimane e rimarrà sempre offensivo», premette Guerini. «La guerra moderna ha comunque richiesto delle riflessioni a ogni livello. Oggi, ad esempio, non esiste più solo l’azione offensiva classica. Essenziali, a questo proposito, sono le azioni di sabotaggio. Situazioni che vediamo quasi ogni giorno in Ucraina». Anche l’esercito svizzero è dunque chiamato a cambiare. «Dobbiamo tornare ad avere una capacità di difesa del 100%», sottolinea il colonnello. «Ciò significa acquistare mezzi, oppure chiedersi se 100 mila uomini sono davvero sufficienti. Non solo: abbiamo costruito un sistema logistico che funziona bene in tempo di pace. Eppure, non abbiamo una logistica di guerra. Molte cose, a mio avviso, dovranno cambiare nei prossimi anni».

Una conferma

Ciò che succede in Ucraina viene osservato da vicino da molte nazioni per capire quale forma assume una guerra convenzionale moderna e in quali settori dell’esercito è necessario intervenire. «Per quanto riguarda le forze speciali, abbiamo avuto la conferma che quello che facciamo è giusto», spiega Guerini. «In Ucraina, le forze speciali agiscono in piccoli gruppi dietro le linee nemiche, per colpire infrastrutture strategiche. Posti di comando, logistica, vie di comunicazione. Inoltre, partecipano alle azioni offensive e dirigono il fuoco. Esattamente quanto viene richiesto alle forze speciali svizzere ». Un insegnamento importante per la Svizzera, secondo Guerini, riguarda i carri armati. «Nella Confederazione, il terreno per carri è sempre più difficile da trovare», sostiene. «Ogni zona è fortemente edificata, le linee di tiro sarebbero costantemente interrotte dai manufatti. Quindi, oltre ad una forza di carri armati che tenga conto di questa realtà, la Confederazione dovrebbe dotarsi pure di molte più armi anticarro. Armi utilissime in un contesto come il nostro, fortemente urbanizzato. Alcune battaglie in Ucraina dimostrano questa necessità». In futuro, secondo il colonnello, bisognerà anche migliorare il processo di acquisizione degli armamenti. «La tecnologia corre velocissima », racconta Guerini. «Può capitare di richiedere degli strumenti e ritrovarseli fra le mani cinque-sei anni dopo, quando oramai sono obsoleti perché l’evoluzione tecnologica nel frattempo è proseguita». In sostanza, sostiene il comandante delle forze speciali svizzere, «servirebbe maggiore flessibilità non solo nell’acquisto di armamenti, bensì anche nella costruzione di infrastrutture militari».

Occhio di riguardo

Tornando al Ticino, secondo Guerini il nostro cantone è in una posizione fortunata. «Abbiamo perso recentemente la brigata di montagna, un simbolo, ma tutto il resto è stato mantenuto», racconta. «Qui c’è il comando forze speciali, le strutture di Isone, Monte Ceneri (con la sua base logistica), Magadino e Airolo. Anche in termini di investimenti i segnali sono buoni: 50 milioni a Isone negli ultimi anni, altri 50 a Magadino. Inoltre, nei prossimi dieci anni, verranno spesi 150 milioni per l’ammodernamento del Ceneri. Significa che l’esercito ha sempre un occhio di riguardo per il Ticino».

 
 
 
 
 
05.05.2023,

Base Aerea, il commiato di Carlo Manea

Il sostituto capo di Stato maggiore è passato al beneficio della pensione dopo 27 anni trascorsi nella struttura aeroportuale militare


Carlo Manea con il comandante della Base Hösli (Foto Garbani)
 
Non sono solamente i comandanti a scrivere le pagine della storia di una Base Aerea. Bensì anche i collaboratori e il team di specialisti d'aiuto alla condotta costantemente impegnati ad assicurare la quotidiana operatività dei mezzi e della struttura. Com'è stato il caso, per 27 anni, di Carlo Manea, sostituto capo di Stato maggiore/consulente Ru per il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps), passato proprio in queste settimane al beneficio della meritata pensione.

Ha dato un forte impulso alle attività di comunicazione

Un operato, il suo, molto apprezzato e che Rossano Rodoni, amico e collaboratore, sostituto comandante della Base, nonché capo supporto, ha voluto velocemente ripercorrere giovedì 27 aprile, in occasione di una breve cerimonia di commiato organizzata proprio nel giardino della struttura militare. Tra le varie vicende ricordate, anche il forte impulso alle attività di comunicazione esterna, di promozione di eventi e di contatto con le autorità e la popolazione che Manea ha curato dal suo arrivo, nel 1996, a Locarno, dopo un decennio trascorso alla Zv di Dübendorf. Un contributo di fondamentale importanza per consolidare i rapporti già esistenti e costruirne dei nuovi. Presenti, oltre all'attuale comandante, Martin Hösli, anche il suo predecessore, il colonnello Tiziano Ponti, e i numerosi colleghi militari e civili della struttura aeroportuale.

 
 
 
01.05.2023,

Nuovo contratto di licenza per il marchio «Swiss Military»

Berna, 01.05.2023 – L'Ufficio federale dell'armamento armasuisse ha firmato un contratto di licenza con Kambly SA per il marchio «Swiss Military». Kambly SA produce il «Military Biscuit» fornito all'esercito svizzero, e ora lo commercializza in una confezione per il commercio civile con il marchio «Swiss Military». I proventi dei diritti di licenza confluiscono nelle casse della Confederazione. In questo modo, armasuisse continua ad attuare la commercializzazione dei marchi militari, come richiesto dal Parlamento dal 2012.

 

L'azienda svizzera a conduzione familiare Kambly SA, con sede a Trubschachen BE, fornisce da molti anni all’esercito svizzero i tradizionali biscotti militari. Sempre da molti anni, Kambly SA, con l’autorizzazione di armasuisse, ha fornito al commercio civile, senza licenza, questi biscotti in una presentazione diversa dalla confezione ufficiale dell'esercito.

Il contratto di licenza esclusiva che armasuisse ha ora stipulato con Kambly SA definisce l’ambito per la produzione e la distribuzione in Svizzera del biscotto militare sul mercato civile con il marchio «Swiss Military». I proventi dei diritti di licenza confluiscono nelle casse federali.

Con il nuovo contratto di licenza, armasuisse può continuare ad attuare la commercializzazione dei marchi militari richiesta anche dal Parlamento. Nella mozione 12.3667 «Registrazione dei marchi "Swiss Army", "Swiss Military" e "Swiss Air Force”» della Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) del 2012, si chiedeva al Consiglio federale di tutelare meglio i marchi militari, di farli valere contro terzi non autorizzati e di concederli in licenza. In precedenza, diverse aziende avevano utilizzato i marchi senza versare i diritti di licenza alla Confederazione.

Da allora armasuisse ha stipulato diversi contratti di licenza, tra cui quello con swiss brands AG per il marchio «Swiss Military» e altri marchi militari per diverse categorie di prodotti, con Hanowa AG e Chrono AG per il marchio «Swiss Military» per gli orologi, e con Breitling AG per il marchio «Patrouille Suisse», sempre per gli orologi. Con Victorinox esiste già da molti anni un contratto d’esclusiva per il marchio «Swiss Army».

 

 
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28.04.2023,

Riuscita collaborazione tra il DDPS e il settore finanziario svizzero a protezione della sfera privata

Berna, 28.04.2023 – Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha concluso un progetto pilota in collaborazione con la Banca nazionale svizzera, SIX e la Banca cantonale di Zurigo (ZKB) con l’intento di migliorare la resilienza delle infrastrutture critiche svizzere nel settore della ciberdifesa. L’obiettivo di questa iniziativa è permettere ai team addetti alla ciber sicurezza nel settore finanziario di accedere alle capacità di ciberdifesa della Confederazione e di migliorare la sicurezza grazie a una collaborazione più stretta. Grazie al «confidential computing» e alle «data clean room», una combinazione di nuove tecnologie di crittografia e di protezione dei dati, è possibile migliorare la condivisione di informazioni.

 

Per contrastare le crescenti minacce contro una società sempre più digitalizzata, un mezzo utile è la coordinazione delle difese. Alla luce di ciò, nel 2021 il DDPS ha lanciato un progetto pilota con l’obiettivo di migliorare gli strumenti a disposizione dei team addetti alla sicurezza e di ottenere una visione di insieme delle minacce contro l’industria dei servizi finanziari. Il progetto nasce dalla seconda edizione della sfida «Cyber Startup Challenge 2021» del Cyber-Defence Campus di armasuisse, un concorso aperto alle startup volto a sviluppare tecnologie innovative per la ciberdifesa in Svizzera. Il concorso è stato vinto dalla start-up svizzera Decentriq, che ha sviluppato una piattaforma SaaS (Software-as-a-Service) capace di offrire alle imprese delle cosiddette «data clean room», ossia ambienti virtuali protetti e basati sulla tecnologia «confidential computing» in cui i dati sensibili vengono criptati e modificati in modo da poter essere utilizzati e analizzati a tutti i livelli di un’organizzazione.

Implementazione della tecnologia

Grazie alla tecnologia di Decentriq e al know-how di alcuni dei maggiori operatori del settore finanziario svizzero come la Banca nazionale svizzera, SIX e la Banca cantonale di Zurigo (ZKB), nell’ambito del progetto pilota, sono state identificate delle minacce sottoforma di e-mail di phishing, che toccavano più organizzazioni. Con l’ausilio della tecnologia di crittografia, le banche sono state in grado di individuare nuove campagne di phishing, di riconoscere schemi comuni e di confrontare le difese dal phishing di tutte le organizzazioni partecipanti al progetto. Questo progetto pilota ha dimostrato con successo che, mediante l’utilizzo di «data clean room» neutrali e protette, è possibile ottenere informazioni utili riguardanti le minacce informatiche senza dover scambiare dati sensibili tra le varie organizzazioni.

Uno scambio sicuro e protetto tra operatori privati e pubblici aumenta la sicurezza delle infrastrutture critiche, uno degli obiettivi primari della Ciberstrategia nazionale (CSN)). La prova di fattibilità conclusa lo scorso anno ha dimostrato la fattibilità tecnica e le possibilità di acquisire conoscenze per i team incaricati dei partecipanti al progetto. I prossimi sviluppi per il 2023, saranno rivolti alla ricerca di una soluzione sistematica per l’intero settore finanziario.

Definizione di confidential computing: il confidential computing è una tecnologia che permette di elaborare i dati nel cloud in modo riservato. La caratteristica distintiva del confidential computing rispetto a una normale cifratura dei dati nel cloud è che i dati sensibili non sono protetti solo quando sono «a riposo» (ovvero salvati nelle unità di archiviazione) o «in transito» (quando vengono trasmessi), bensì anche quando sono «in uso». Riassumendo, questa tecnologia implementa meccanismi di crittografia che garantiscono la protezione dei dati sensibili contro terze parti e provider cloud anche durante la loro elaborazione.

 
 
04.04.2023,

Scelto il nuovo tipo di ordigno guidato terra-terra        

Berna, 04.04.2023 - Con lo SPIKE LR2 di Eurospike, armasuisse ha scelto il nuovo tipo di sistema d’ordigno guidato terra-terra. La proposta di acquisto del sistema d’arma sarà presentata al Parlamento per l’approvazione con il messaggio sull’esercito 2024.

Per riuscire a contrastare i carri armati nemici anche sulle lunghe distanze, le unità di terra dell’esercito svizzero dovranno disporre anche in futuro di un sistema d’ordigno guidato anticarro di vasta portata.
Alla luce di ciò, e dopo aver condotto un’analisi di mercato, l’Ufficio federale dell’armamento (armasuisse) ha richiesto informazioni sugli ordigni guidati terra-terra presso vari produttori europei e americani con particolare attenzione a informazioni quali, ad esempio, il funzionamento, l’efficacia bellica, i dati tecnici del sistema d’impiego, le possibilità di integrazione nell’infrastruttura esistente e le condizioni quadro commerciali.
Sulla base di un’analisi dettagliata delle informazioni ricevute, sono emersi due produttori in grado di soddisfare i requisiti militari per il sistema. Ai due produttori emersi dalla valutazione sono state richieste informazioni più dettagliate e offerte.

Decisione a favore dello SPIKE LR2 di Eurospike

La scelta per il nuovo ordigno guidato terra-terra dell’esercito svizzero è ricaduta sul sistema d’arma SPIKE LR2. Nella valutazione, questo sistema, prodotto da Eurospike e già introdotto presso vari eserciti europei, presentava l’utilità militare maggiore ed era anche l’offerta più attraente in termini economici.
Il sistema scelto sarà utilizzato dalla fanteria inizialmente come sistema mobile. In un primo momento, il sistema non sarà integrato in una piattaforma. Tuttavia, lo SPIKE LR2 può essere integrato in un veicolo anche successivamente. La domanda di acquisto sarà presentata al Parlamento con il messaggio sull’esercito 2024.

Eurospike è una joint venture tra le aziende Diehl Defence GmbH, Rheinmetall Electronics GmbH e Rafael Advanced Defense Systems con sede a Röthenbach a.d. Pegnitz (D). Lo sviluppo, la progettazione e la qualificazione del sistema si svolgono principalmente a Rafael in Israele. Gran parte dei componenti dello SPIKE LR2 per il mercato europeo viene prodotta in stabilimenti in Germania.

Chiarimenti riguardanti il sistema precedente

Il sistema d’ordigno guidato anticarro TOW (Tube launched, Opticallly tracked, Wire guided) acquistato oltre trent’anni fa costituiva l’armamento principale del cacciacarri 90 (carro armato granatieri ruotato, prodotto dalla GDELS-MOWAG) che sarà messo fuori servizio.
Il cacciacarri 90 fu acquistato nel 1990. Nel 2018, il Parlamento ha autorizzato la richiesta di messa fuori servizio, che dovrà essere posta in essere a partire dal 2024.

Prima di una messa fuori servizio, armasuisse contatta il rispettivo produttore originale e il paese produttore per verificare se sono interessati al riacquisto o se, invece, occorrerà procedere allo smaltimento dei sistemi. Questi chiarimenti sono in corso anche nella presente fattispecie.

 
 
 
24.01.2023,
 
 
 
05.01.2023,
 

Aperto il CCVP di Giornico!

 

Finalmente ci siamo! Lo scorso 2 dicembre è entrato ufficialmente in servizio il nuovo Centro di controllo dei veicoli pesanti CCVP sull’area che fino al 1995 ospitava l’acciaieria Monteforno.

 

Per l’Ufficio federale delle strade USTRA l’apertura di questo nuovo centro “maxi” riveste una grande importanza da più punti di vista. Anzitutto si potranno eseguire dei controlli su ciascun versante del San Gottardo, considerata la presenza del centro “gemello” urano attivo dal 2009 a Ripshausen, nei pressi di Erstfeld. L’intensificazione dei controlli sui mezzi pesanti consentirà infatti di aumentare notevolmente la sicurezza di tutti gli utenti che transitano su questo asse, riducendo sensibilmente il numero di incidenti e di conseguenza di morti e feriti gravi. Basti pensare che l’ultimo rapporto stilato da USTRA e dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini UDSC indica che nel 2021 sono stati controllati circa 140’000 fra autocarri e bus: in circa il 20% dei casi (ben 28’000 veicoli!) erano presenti delle irregolarità.

Oltre al fattore sicurezza, l’intensificazione di queste ispezioni favorisce il raggiungimento di altri due obiettivi della politica federale dei trasporti. Il primo riguarda il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla rotaia, un impegno strategico, cui la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) contribuisce in maniera significativa. La legge sul trasferimento del traffico prevede inoltre misure di accompagnamento per individuare condizioni quadro stradali e ferroviarie adatte a incrementare le opportunità di mercato per il trasporto merci su rotaia; il secondo concerne invece il potenziamento della collaborazione fra la Confederazione e i Cantoni (polizie cantonali) per raggiungere un maggiore rispetto del codice stradale.

E a proposito di polizie cantonali e di ricadute positive di questo progetto, a Giornico potranno essere impiegati 50 nuovi agenti e assistenti di polizia, appositamente formati per operare nel campo della sicurezza stradale. La bassa Leventina, grazie al nuovo CCVP, potrà inoltre disporre di un nuovo svincolo autostradale, che sgraverà la strada cantonale dal traffico pesante e conferirà un valore aggiunto all’intera regione. L’area multiservizi avrà pure il pregio di migliorare le condizioni di vita degli autotrasportatori (che disporranno di una moderna struttura per le loro soste) e quelle ambientali, poiché i TIR non saranno più costretti a sostare lungo la corsia autostradale dedicata, spesso con il motore acceso.

Anche le condizioni del traffico autostradale potranno migliorare sensibilmente, poiché il nuovo CCVP effettuerà il dosaggio dei mezzi pesanti diretti a nord e verrà utilizzato per gestire situazioni particolari che riguardano il traffico in direzione sud (ad esempio forti nevicate o chiusure della dogana di Chiasso). L’investimento di oltre 200 milioni di franchi a carico della Confederazione può quindi considerarsi senza dubbio proficuo se si considerano i notevoli benefici che se ne potranno trarre.

 
 
 
 
30.12.2022,

La realtà aumentata per esperienze wow

Le moderne tecnologie aprono mondi nuovi per la trasmissione di contenuti. Il Centro dei Media Digitali dell’Esercito MDE ha attuato per la prima volta per la Base d’aiuto alla condotta e il progetto Comando Ciber un piano in cui era contemplato il ricorso alla realtà aumentata. Il risultato è un’imponente dimostrazione delle possibilità di questa tecnologia.

Comunicazione Difesa, Anna Muser

©VBS/DDPS
 
Basta scannerizzare con il cellulare un codice QR e subito appare sulla scrivania un soldatino che spiega il complesso mondo informatico dell’esercito svizzero. La realtà aumentata consente di tuffarsi in questo mondo immateriale e di sperimentare molto da vicino concetti come i centri di calcolo, la rete di condotta Svizzera o anche la cibersicurezza.

Rielaborare gli obiettivi già raggiunti

A fornire l'occasione per sfruttare la tecnologia della realtà aumentata è stata la commessa per una modellizzazione del terreno destinata a illustrare agli alti ufficiali superiori le sfide e il futuro dell’ambiente TIC dell’esercito. «In futuro la realtà aumentata sarà impiegata grazie al Comando Ciber in misura sempre maggiore per facilitare la comprensione e una chiara rappresentazione anche di situazioni complesse», spiega il Colonnello di stato maggiore generale Robi Flück, responsabile del settore ciber e azioni nello spazio elettromagnetico del progetto Comando Ciber. Questa tecnologia può tuttavia essere utilizzata anche per la formazione o nella logistica, per esempio per facilitare l’insegnamento dell'impiego di apparecchiature o supportare le manovre di riparazione dei veicoli. La tecnologia della realtà aumentata sarà utilizzata in futuro sempre più spesso in tutto l’esercito, migliorando la comprensione e l'apprendimento.

Cosa si intende per realtà aumentata?

L’espressione Augmented Reality, ovvero «realtà aumentata», designa una tecnologia in grado di potenziare la percezione del mondo reale con mezzi tecnologici. A tal fine è necessario un apparecchio di trasmissione, spesso un dispositivo mobile o degli occhiali per AR. Quando la realtà percepita non presenta più alcun riferimento a quella reale, si parla anche di realtà virtuale (Virtual Reality).


 
 
 
 
15.12.2022,

Il tiro obbligatorio resta obbligatorio

Bocciata dal Consiglio nazionale un'iniziativa parlamentare che ne chiedeva l'abolizione

Solo il fronte rosso-verde si è espresso a favore della soppressione

Solo il fronte rosso-verde si è espresso a favore della soppressione (Keystone)

 

Il tiro obbligatorio non va abolito, secondo il Consiglio nazionale che ha bocciato un’iniziativa parlamentare del verde liberale François Pointet che voleva sopprimere l'articolo 63 della legge militare.

Nel suo testo il vodese sosteneva che "il tiro obbligatorio a 300 metri è un anacronismo inefficiente" che non ha nulla a che vedere con l’impiego, la manipolazione e il controllo di un'arma in situazione di combattimento. La collega di partito Melanie Mettler ha quindi chiesto quale sia il valore aggiunto per l’esercito.

A risponderle è stato Alois Gmür, dell’Alleanza del Centro, secondo cui il tiro è importante per fare in modo che i militari mantengano un alto livello di tiro, controllino una volta all'anno il corretto funzionamento delle loro armi di servizio e si esercitino a manipolarle in sicurezza.

Il testo è quindi stato bocciato con 105 voti, da UDC, PLR e Centro, contro 83 del fronte rosso-verde.

 

Il tiro obbligatorio resta obbligatorio - RSI Radiotelevisione svizzera

 
 
 
 
06.11.2022, 

CONNECTED 2023

Dal 16 al 20 agosto 2023, l'Esercito svizzero terrà il top evento "CONNECTED" presso la piazza d’armi di Kloten-Bülach. Questo evento pubblico offre interessanti spunti sulle aree del cyber e della digitalizzazione dell'esercito e dei suoi partner. CONNECTED – il top evento per tutti!

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Dal 16 al 20 agosto 2023, l'Esercito svizzero terrà il top evento "CONNECTED" presso la piazza d’armi di Kloten-Bülach. Questo evento pubblico offre interessanti spunti sulle aree del cyber e della digitalizzazione dell'esercito e dei suoi partner.

Spettacoli e presentazioni selezionati forniscono impressioni esclusive sulla gamma di servizi dell'Esercito svizzero. C'è anche l'opportunità di trascorrere la notte in un bivacco, ammirare i robot e le tecnologie future, gustare la famosa fetta di formaggio militare e vivere molti altri momenti emozionanti.

Riserva ora la data: 16 - 20 agosto 2023 presso la piazza d’armi di Kloten-Bülach.

Il programma prevede i seguenti appuntamenti principali:

  • mercoledì 16 agosto 2023: giornata d’apertura
  • giovedì 17 agosto 2023: giornata dell’economia
  • venerdì 18 agosto 2023: giornata delle nuove leve
  • sabato 19 agosto 2023: giornata delle famiglie
  • domenica 20 agosto 2023: giornata conclusiva 
 
 
 
 
 
 
19.09.2022, 

La digitalizzazione del Servizio topografico

 
 
 
 
 
15.08.2022, 

Esibizioni di volo AXALP

Da lunedì 17 ottobre 2022 fino a mercoledì 19 ottobre 2022
Axalp (BE)
Esibizione di volo

 
 
 
 
 
11.08.2022, 

Sfide militari nel ciberspazio

Gli sforzi militari per aumentare la sicurezza nel ciberspazio sono perlopiù indiscussi sul piano sociale e politico, ma molto impegnativi da attuare. Si parla molto delle caratteristiche e delle peculiarità del ciberspazio, ma spesso da una punto di vista civile e non militare.

Comunicazione Difesa, Lorena Castelberg

La prospettiva militare sul ciberspazio è spesso più complessa di quella civile. Il ciberspazio e il settore delle informazioni rivestono un ruolo centrale per l’Esercito svizzero in tutte le situazioni.
La prospettiva militare sul ciberspazio è spesso più complessa di quella civile. Il ciberspazio e il settore delle informazioni rivestono un ruolo centrale per l’Esercito svizzero in tutte le situazioni. ©VBS/DDPS, Clemens Laub

 

Nella sessione invernale del 2021 il Parlamento ha tenuto conto della rilevanza della sfera ciber e ha approvato con ampia maggioranza le proposte di modifica della legge militare per creare un Comando Ciber. Il futuro Comando Ciber dovrà fornire le capacità chiave militari negli ambiti «monitoraggio della situazione», «ciberdifesa», «prestazioni TIC», «aiuto alla condotta», «crittologia» e «guerra elettronica». Solo così si potrà assicurare che questa prima linea di difesa sia effettivamente in grado di garantire la sicurezza della Svizzera nel ciberspazio.

 

Conflitti sempre più ibridi

Il ciberspazio si differenzia dalle altre sfere operative per aspetti importanti. In particolare la velocità e la portata illimitata nel nostro mondo interconnesso sono caratteristiche tipiche dei ciberattacchi, nel frattempo divenuti frequenti. Le manovre nel ciberspazio tuttavia dovrebbero essere considerate solo raramente in modo isolato: il pieno potenziale delle azioni nel ciberspazio può essere sfruttato soltanto in combinazione con le dimensioni convenzionali «aria» e «terra».

 

Non esistono guerre meramente cibernetiche

Il ciberspazio è inoltre caratterizzato da una particolare vicinanza al settore delle informazioni. Le caratteristiche peculiari del ciberspazio, tra cui per esempio l’ampio raggio operativo, offrono basi ottimali per ottenere effetti nel settore delle informazioni. Nel valutare le manovre nel ciberspazio è pertanto opportuno tenere conto anche dei possibili effetti sul settore delle informazioni. Soprattutto considerando la situazione informativa generalmente molto confusa nelle situazioni di crisi, agendo in questo modo è possibile decifrare meglio le motivazioni degli attori avversari. Finora le azioni nel ciberspazio non hanno fatto parte di guerre meramente cibernetiche, ma sono state perlopiù inserite in un quadro generale. Le azioni nel ciberspazio molto spesso si svolgono già in tempo di pace, rendendo sempre più labili i confini tra guerra e pace.

 

Vantaggio conoscitivo e decisionale

Occorre inoltre distinguere tra azioni puramente virtuali e azioni con effetti fisici: queste ultime sono molto più complesse. Tuttavia l’obiettivo fondamentale delle ciberazioni, la creazione di un vantaggio (militare), coincide con quello delle azioni fisiche. Solo tenendo conto di queste caratteristiche nel loro insieme e a tutti i livelli è possibile conseguire il vantaggio conoscitivo e decisionale importante in ogni situazione. Ottenere informazioni e dati nel ciberspazio corrisponde a guadagnare terreno nello spazio fisico. La protezione dei dati e delle informazioni è quindi di primaria importanza e rappresenta il presupposto principale per una difesa efficace in un contesto di politica di sicurezza complesso e in rapida evoluzione.

 

Capacità garantita in ogni situazione

Operare in un ambiente complesso richiede capacità e specialisti adeguati. Oltre ad essere pronto per difendere i propri sistemi e le proprie reti dai ciberattacchi, l’esercito deve anche essere permanentemente in grado di mettere a disposizione le proprie cibercapacità per azioni militari e situazioni di emergenza. La natura ibrida dei conflitti moderni e il costante progresso tecnologico contribuiscono ulteriormente a rendere necessarie un’elevata adattabilità e una stretta collaborazione tra attori civili e statali per condurre con successo le ciberoperazioni. I bassi costi di accesso nel ciberspazio consentono in particolare agli attori non statali di condurre ciberazioni in modo autonomo. Con la creazione di un Comando Ciber, l’Esercito svizzero segnala l’importanza che attribuirà allo spazio elettromagnetico e al ciberspazio (SEC) in futuro.

 

Articolo di «stratos»

Questo articolo è la sintesi di uno scritto pubblicato nella rivista «stratos». L’articolo integrale può essere letto nel primo numero di quest’anno al seguente link:

stratos Zeitschriften (admin.ch)

 
 
 
01.07.2022,
 
The logo of the Ukraine Recovery Conference (URC2022)
 
La conferenza è organizzata congiuntamente dalla Svizzera e dall’Ucraina. La Svizzera – che sostiene in questo modo un Paese colpito dall’unico conflitto armato attualmente in corso nel continente europeo – prima dell’attacco russo all’Ucraina del febbraio 2022 si situava al quinto posto tra i donatori bilaterali. Inoltre, l’Ucraina è uno dei rari Paesi in cui la Svizzera attua la Strategia di cooperazione internazionale servendosi di tutti gli strumenti a disposizione (cooperazione allo sviluppo, aiuto umanitario e promozione della pace).

Organizzando la conferenza in Svizzera è possibile promuovere un approccio inclusivo e di responsabilità condivisa, focalizzato però non più solo sulle riforme, bensì anche sulle strategie finalizzate alla ricostruzione dell’Ucraina. Per la Svizzera è l’occasione di mettere a disposizione dell’Ucraina il know-how, l’impegno e la posizione unica di Paese europeo non membro dell’UE e della NATO.

All’URC2022 è attesa la partecipazione di delegazioni internazionali e di esponenti dell’economia privata e della società civile. Dettagli in proposito non sono ancora noti. La partecipazione del presidente Volodymyr Zelensky e del primo ministro Denys Shmyhal è confermata e avverrà in forma fisica o virtuale, a dipendenza dell’evoluzione della situazione.

 
 
 
 
 
 
 10.06.2022,
 
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ODESCALCHI 22

Dopo 6 anni torna l’esercitazione «ODESCALCHI». Era infatti il 2016 quando per la prima volta, dando seguito agli accordi internazionali sottoscritti fra Confederazione Svizzera e Repubblica Italiana, i due eserciti hanno esercitato le proprie competenze in una situazione di catastrofe dalle dimensioni tali da necessitare un intervento congiunto. 

 
Esposizione dell’Esercito
15 – 19 giugno 2022, Aeroporto di Locarno
 
L'esercitazione  
Sono diversi gli scenari che quest’anno attendono i militari del battaglione di stato maggiore della divisione territoriale 3, del battaglione fanteria di montagna 30, del battaglione del genio 9 e del battaglione salvataggio 3. Essi spaziano da impieghi sussidiari di sicurezza a impieghi in caso di catastrofe a favore delle autorità civili. Essi collaboreranno con i militari delle formazioni subordinate al comando truppe alpine di Bolzano per far fronte a una situazione di catastrofe che avverrà a Maccagno/I. Per quanto riguarda le situazioni su territorio elvetico, interverranno a supporto delle atuorità cantonali collaborando strettamente con gli enti di primo intervento civili (polizia, guardie di confine, pompieri, enti di primo soccorso, ecc.) in interventi sussidiari di sicurezza e di aiuto in caso di incendi e altre situazioni in cui i mezzi civili non sono sufficienti per far fronte alla situazione.
 
 
 
 
 
07.04.2022,
                                                                                            
 

Fondata l’Associazione Granatieri Ticinesi (AGT)

 

Il 26 ottobre 2021 è stata fondata l’Associazione Granatieri Ticinesi, la cui prima Assemblea Generale si è tenuta il 25 marzo 2022

a Isone e contava circa 40 membri esostenitori (vedi foto). L’Associazione si prefigge di rafforzare lo spirito di amicizia tra i soci

Granatieri e di mantenere solidi i legami anche con chi ha già terminato i giorni di servizio. In particolare l’Associazione ha lo scopo

di contribuire a mantenere e tramandare le tradizioni e i valori del corpo dei Granatieri, organizzando attività ed eventi.


Ringraziando tutti coloro che hanno già aderito all'associazione, e in particolare i presenti del 25 marzo, un invito è rivolto a tutti i

granatieri ticinesi che non siamo ancora riusciti a raggiungere ad aderire all’associazione, annunciandosi all’indirizzo e-mail:
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Vi ringraziamo per indicare nella comunicazione la vostra incorporazione, grado e funzione e anno di servizio.


Per il Comitato,

aiut SM Geoffrey Heitz, Presidente

 
 
 
 
 
 
 
 
19.01.2022,